Agenpress – Si cammina nella strada tra fetidi effluvi, che fanno voltare la testa e turare il naso e si prosegue rapidamente alla ricerca di aria respirabile. L’effetto liberatorio, però, dura un istante, perché dopo pochi metri si ricomincia, in un susseguirsi di maleodoranti fumi di marcio.
Succede a Roma.
I responsabili sono gli enormi cassonetti per l’organico, quelli con il coperchio marrone (il colore ricorda qualcosa) che, sotto il sole e con un prelievo, eufemisticamente saltuario, inondano l’aria di fetori.
Non si capisce perché sono stati messi in strada i cassonetti per l’organico, la cui raccolta dovrebbe essere concentrata sui residui di mercati, ristoranti e bar. Si certo, faceva “fico” sostenere che occorre raccogliere e riutilizzare l’organico, ma non si è pensato che, con l’organizzazione dell’Ama, la società capitolina che gestisce i rifiuti, l’organico sarebbe rimasto nei cassonetti a decomporsi, allietando, si fa per dire, l’odorato dei romani, i quali già si beano della vista dei cumuli di buste stipate intorno ai cassonetti.
E’ il risultato di oltre 3 anni di amministrazione della sindaca Virginia Raggi, e del M5s, nella gestione dell’Ama, che ha visto cambiare dirigenza ben sette volte. Ora, dopo le dimissioni, dell’intero consiglio di amministrazione, è stato nominato amministratore unico un penta stellato che ha zero esperienza nel settore della gestione dei rifiuti, sicchè continueremo a turarci il naso.
I romani se ne facciano una ragione: è un complotto organizzato dai poteri forti per mettere in difficoltà l’ineffabile sindaca Raggi. Così dicono le chiacchiere da bar.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc