AgenPress. Ottantacinque suicidi nel 2022. Cinquantatre al 19 settembre di quest’anno. Questi i numeri drammatici che vanno ad affiancarsi a quelli del sovraffollamento nelle carceri: al 31 dicembre 2022, il numero complessivo di detenuti in Italia era di 56.196, a fronte di una capienza regolamentare di 51.328 posti, con un tasso di affollamento pari al 109% che sale al 141% in strutture come quella di Rebibbia, a Roma, dove si è svolto oggi il workshop “Articolo 27 della Costituzione: giusta pena e giusto reinserimento” organizzato da ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane e dalla rivista “Dietro il cancello” (il periodico edito dal Gruppo Idee che viene realizzato direttamente dai detenuti del carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso e che accoglie anche articoli provenienti da altri Istituti Penitenziari) con anche la collaborazione della Casa Circondariale di Rebibbia, Nuovo complesso.
Tante le proposte emerse e discusse alla presenza di oltre 100 detenuti che hanno portato le proprie esperienze.
Barbaro. Il reinserimento anche attraverso lo Sport e fatti concreti
“Quello del reinserimento è uno dei problemi più grandi per chi finisce di scontare una pena detentiva. ASI è da sempre impegnata nel sociale e attiva nelle carceri e per il recupero dei detenuti, proprio in virtù dell’applicazione dell’Art. 27 della Costituzione”, ha spiegato Claudio Barbaro, Presidente di ASI.
“ASI organizza per i detenuti attività sportive allo scopo di contribuire al benessere psico-fisico durante il periodo di detenzione. Tra le tantissime attività voglio ricordare la squadra di rugby dei ‘Bisonti’ che è arrivata a disputare campionati regolari fuori dei circuiti carcerari. Una storia diventata fiction e diffusa sulle piattaforme tv.
E nel quadro del reinserimento nella società voglio invece portare l’esempio, tra le tante attività di formazione, quella che svolge ASI Sport Equestri, il cui responsabile è Emilio Minunzio, per l’istruzione di guide equestri. Un progetto nato all’interno del carcere di Is Arenas, in Sardegna, e che ha visto tanti ex detenuti avere una chance in più per rifarsi una vita”.
A Rebibbia l’occasione di confronto tra Istituzioni e detenuti
Presenti al workshop Rosella Santoro, Direttore CC di Rebibbia Nuovo Complesso, Sandro Compagnoni, Ufficio del Garante Diritti dei detenuti del Lazio, Rossana Scotucci, Capo area educativa Rebibbia NC, Claudio Ronci, Comandante della polizia penitenziaria Rebibbia NC, Antonio Cacchio, Direttore UOC Salute penitenziaria, Vincenzo Saulino, psicologo SerD, Gaetano Scalise, Presidente della Camera penale di Roma, Germana De Angelis, Presidente Gruppo Idee, Annunziata Passannante dell’UEPE di Roma, Silvana Sergi, Direttore dell’Ufficio personale e formazione del Provveditorato regionale Lazio-Abruzzo e Molise, Vittoria Stefanelli, Presidente f.f. Tribunale di Sorveglianza di Roma e l’On. Tommaso Antonino Calderone, Capogruppo Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Emilio Minunzio, componente del Consiglio Nazionale del Terzo Settore e rappresentante sempre del Terzo Settore presso il CNEL.
Hanno coordinato i lavori i giornalisti Stefano Liburdi de Il Tempo e Giuseppe Malara del Tg2.
Alla ricerca di soluzioni immediate. La discussione ora in Parlamento
“Negli anni abbiamo cercato di accompagnare in un percorso tantissime persone e posso dire che la recidiva è ad oggi pari allo 0%”, queste le parole di Germana De Angelis, Presidente dell’associazione Gruppo Idee, che ha portato la testimonianza di tutte le attività fatte all’interno del carcere, a partire dal periodico ‘Dietro il Cancello’ diretto da Federico Vespa, e di come nei 14 anni di vita di Gruppo Idee, sia stato importante l’impegno degli ex detenuti, che una volta usciti “hanno messo a disposizione il loro percorso a servizio di quanti questo percorso lo devono fare”.
L’Avv. Gaetano Scalise, Presidente della Camera penale di Roma ha chiesto alla politica: “il primo provvedimento da prendere è l’amnistia e l’indulto, perché le condizioni delle carceri sono al limite del sopportabile”. Sempre alla politica si è rivolta la Dott.ssa Stefanelli, che ha sottolineato come “il carcere si deflaziona, oltre che con le misure alternative, anche con altri strumenti e questo è un ulteriore appello alla politica”.
A concludere i lavori l’On. Tommaso Calderone, che ha posto in evidenza come per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario la politica debba agire legislativamente oltre a proporre la costruzione di nuove carceri per le quali, tra progettazione, bandi e procedure, passerebbero anni e occorrerebbe nuovo personale. “Meglio modificare il 656, del codice di procedura. Non mandiamo tutti in carcere quando c’è una pena fino a 4 anni… Aspettiamo il provvedimento del Tribunale di sorveglianza” altro numero che incide sul sovraffollamento è quello dei detenuti in custodia cautelare che riguarda il 21% della popolazione carceraria. “La detenzione nella fase cautelare deve essere l’estrema ratio non la regola”. Calderone ha annunciato che porterà la discussione in Parlamento.