AgenPress – Forza Italia mette nero su bianco le proprie richieste di modifica della tassa sugli extraprofitti delle banche in 11 proposte emendative al dl asset in discussione nelle commissioni Industria e Ambiente del Senato. La proposte vanno dall’esclusione delle banche “di minori dimensioni e complessità operativa” al rafforzamento del concetto di una tantum (“si applica esclusivamente all’anno 2023”).
C’è la richiesta di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’extraprofitto e si alza la percentuale dell’attivo che costituisce il tetto massimo del prelievo. Prevista anche la deducibilità.
In un altro emendamento degli azzurri si chiede invece che l’imposta sia deducibile per il 27,5% “per le banche con un attivo pari o inferiore a 5 miliardi di euro, calcolato come media dei quattro anni immediatamente precedenti all’esercizio finanziario corrente, in tre annualità; per le altre banche in sei quote annuali. Per entrambe le categorie di banche, la deducibilità è ripartita secondo quote annuali costanti e di pari importo dall’esercizio 2025”.
Tra le proposte emendative di FI due distinte prevedono di innalzare dallo 0,1 allo 0,15 o allo 0,18 la quota dell’attivo oltre la quale la tassa non scatta. Un’altra proposta degli azzurri specifica maggiormente la destinazione delle entrate della tassa da destinare al finanziamento dei mutui dei giovani.
Titoli di Stato esclusi dal calcolo degli extraprofitti sulle banche. La proposta stabilisce, nell’ottica di una tutela dei risparmiatori, che l’ammontare su cui effettuare il prelievo sia “calcolato al netto dei profitti e delle perdite registrati nel conto economico degli anni di riferimento comunque collegate all’acquisto, al possesso e alla rivendita di titoli di Stato, compresi interessi, plusvalenze e minusvalenze”.