AgenPress – “Vogliamo continuare a lavorare intensamente con la Cina” ma dobbiamo “fare un’analisi anche sull’export: la Via della seta, se andiamo ad analizzarla non ha portato i risultati che ci attendevamo. Le esportazioni dell’Italia verso la Cina nel 2022 sono ammontate a 16,5 miliardi di euro, quelle della Francia a 23 e quelle della Germania a 107”.
Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento al forum Ambrosetti. “Il Parlamento dovrà fare una valutazione e poi decidere se rinnovare o meno la nostra partecipazione a questo progetto”.
“Vogliamo avere con la Cina un rapporto solido sapendo bene che sono un partner ma anche un concorrente, un rivale sistemico. Se vogliamo competere con Pechino abbiamo bisogno di una politica estera europea e di regole che garantiscano la competitività delle nostre realtà industriali”.
La politica europea deve prestare maggiore attenzione all’America Latina e all’Africa, dove ha lasciato troppo spazio alla Cina e alla Russia, in un’ottica di difesa dei suoi interessi industriali e commerciali.
“In Africa non dobbiamo apparire predatori e neo colonizzatori perché ogni errore che commettiamo viene usato dalla Russia e dalla Cina per realizzare zone di influenza”. “L’Europa è un continente industriale e sappiamo bene che le materie prime che ci sono in Africa da noi non ci sono. Abbiamo bisogno di poter usare quelle materie prime ma non possiamo farlo pensando di fare i predatori”.
Tajani suggerisce la creazione di “joint venture con i Paesi africani per acquistarle a prezzi migliori” e liberarsi dalla dittatura della Cina che “decide il prezzo delle materie prime nel mondo”. Nel sostegno all’export “il fronte che spesso dimentichiamo come europei è il fronte dell’America Latina” dove l’Europa “ha lasciato troppo spazio agli interessi cinesi. Dobbiamo recuperare spazio in quei Paesi che hanno rapporti antichi con noi europei” e dove “si può fare una politica europea industriale di esportazione, di internazionalizzazione e anche una politica turistica”.