AgenPress – Il granchio blu granchio reale blu o granchio azzurro è un crostaceo di una specie autoctona (portunidi) delle coste atlantiche del continente americano. Nei nostri mari è arrivato grazie alle navi in transito e già da molti anni si è rapidamente diffuso. Da qualche decennio è noto che il granchio blu ha invaso il mare Mediterraneo, ma solo oggi questo problema si è trasformato in una calamità, questo perché sta intaccando gli interessi economici degli allevatori di vongole e di pescatori. Da qui a gridare al pericolo è un attimo: ci si infila il grembiule da cucina, si brandisce la padella e si cucina il malcapitato granchio blu anche in diretta televisiva. I politici, chef improvvisati, ne approfittano per ottenere visibilità e consensi.
E’ quanto si legge sul sito della https://leal.it/
Alberto Luca Recchi, esploratore, scrittore, fotografo documentarista del mare italiano, ha spiegato in un’intervista andata in onda sui media nazionali: “La natura non fa sorprese, è solo l’insieme di chimica, fisica e biologia. In genere le specie convivono in equilibrio tra prede e predatori. In Atlantico, dove viveva il granchio blu, c’era sempre l’animale che lo mangiava. Talvolta allo stato larvale, talvolta allo stato adulto. Tartarughe, pesci, polpi e uccelli sono ghiotti di granchi blu. Ma noi abbiamo fatto fuori i suoi predatori uno dietro l’altro e ora ci lamentiamo”.
Oggi i nostri mari sono mari sono stati saccheggiati. Le attività di pesca si sono approfittate della fauna marina senza ritegno e la politica li ha lasciati fare indisturbati con attività di pesca senza freni. A questo proposito gli esperti informano che una numerosa popolazione di polpi sarebbe un buon rimedio naturale per ripristinare un equilibrio perché questi i crostacei alloctoni perché sono ghiotti di granchi. Purtroppo i nostri mari sono pressoché svuotati dai polpi visto che vengono sterminati per essere cucinati.
LEAL ricorda che il rispetto per ogni forma di vita parte dal rispetto della natura, degli ecosistemi e da scelte alimentari che ormai sono diventate irrimandabili. Una dieta vegan eviterebbe lo spaventoso depauperamento dei mari causato dalla pesca commerciale e salverebbe decine e decine di milioni di animali marini riconosciuti come esseri senzienti in grado percepire dolore, paura e stress.