AgenPress – “Non dirò nulla sul contenuto della comunicazione con Salvini, ma mi ha fatto piacere sicuramente. Come fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato e per come può sentirsi”.
Così, al Corriere della Sera, il generale Roberto Vannacci, il quale non si ritiene un “mostro” o un “orco”, e tanto meno intende fare un passo indietro. “Neanche uno. Fintanto che non offendo e non ledo la dignità di qualcuno ho diritto ad esprimere la mia opinione”.
“Oltre a Salvini sono stato contattato da altri esponenti politici di cui non farò il nome, se vorranno renderlo pubblico lo faranno loro. Ho ricevuto tantissimi messaggi e manifestazioni di supporto”.
“Se dico che una persona non mi piace non è un’offesa. Rivendico il diritto di criticare, purché rimanga nel perimetro delle cose non perseguibili per legge. Per questo credo che la legge Zan sull’omotransfobia avrebbe aperto una strada ai limiti dei delitti d’opinione. Le mie idee intercettano quelle di una grande moltitudine di persone. Non mi ergo a paladino della maggioranza degli italiani, ma le mie argomentazioni evidentemente trovano una certa rispondenza”.
Vannacci difende il diritto di esprimere le opinioni personali. “Nella mia vita sono abituato a occupare tutto lo spazio consentito dalle normative. E non ho leso la dignità delle Forze armate”.
Lo Stato maggiore, che ha preso le distanze, “arriva secondo, io ho preso le distanze per primo, quando nella nota d’autore del libro ho spiegato che le mie erano opinioni personali e che non rappresentavano il punto di vista delle Forze armate. Per questo considero le parole dello Stato maggiore pleonastiche e ridondanti”.