AgenPress. “Ho atteso giorni in silenzio con la speranza che la questione Vannacci ritornasse su toni molto più pacati, ma, come spesso accade in estate, si trova sempre il modo per occupare le prime pagine dei giornali.
Lo dico da ex parlamentare, se fossimo stati a ridosso di una finanziaria il caso si sarebbe sgonfiato nell’arco di 24 ore. La fortuna di noi militari è quella di non essere giudicati per poi essere sanzionati dai politici.
Abbiamo un nostro regolamento di disciplina militare e nelle sedi opportune si valuterà se è stato infranto oppure no. Da Militare e da Medaglia d’Oro al Valor Militare però, non posso accettare che si metta in discussione la nostra professionalità e il nostro Credo. Vorrei ribadire a coloro che hanno espresso opinioni di ogni tipo come se fossero nel pieno di una campagna elettorale che a Noi non interessano le tendenze sessuali dei nostri militari, per noi ha valore il giuramento di Fedeltà reso alla Repubblica e di essere sempre pronti a sacrificare la nostra vita per il Paese.
Durante la Battaglia del Pastificio avvenuta esattamente trent’anni fa non mi posi il problema se i nostri militari fossero etero o omosessuali, ciò che contò fu il coraggio mostrato nell’affrontare qualcosa più grande di loro. Ieri come oggi e come domani questo non cambierà Mai.
La Difesa non ha avuto alcuna perplessità nell’autorizzare il primo matrimonio in uniforme di militari dello stesso sesso e prima che qualcuno si chieda il perché di tale autorizzazione preciso che è necessaria per sposarsi in uniforme ed il sesso non c’entra nulla. Infine non permetto a nessuno di ipotizzare che i militari sono razzisti, abbiamo perso 176 validi soldati in ogni parte del mondo e coloro che hanno fatto rientro in Patria non hanno mai cambiato il loro credo e si sono sempre resi disponibili a svolgere la propria professione rispettando il prossimo, indipendentemente dalle differenze di razza o religione.
Concludo affermando senza paura di essere smentito che io, nonostante abbia perso l’uso delle gambe, non ho mai giudicato con odio razziale la persona che quel giorno aprì il fuoco contro di me. Sicuramente pensava di essere nel giusto. Posso solo dire che ho amici di ogni religione e tendenze sessuali e le reputo persone normali con opinioni diverse dalle mie che comunque rispetto.
Credo, infine, che la strumentalizzazione di questi giorni, nei confronti di persone, di pensieri, abbia solo evidenziato un concetto e cioè che il Paese come il nostro è ancora lontano dall’idea di essere unito, c’è tanto da lavorare e questo è davvero molto triste.
L’Italia è altro e di certo non merita questa gogna mediatica esplosa a Ferragosto e che ha messo l’uno contro l’altro. Noi abbiamo scelto liberamente di essere Soldati, abbiamo delle regole, vanno osservate. Indossiamo l’ Uniforme, le mostrine, i gradi, i nastrini, le decorazioni, rappresentano la nostra carta di identità, altro davvero non serve.”
Lo ha dichiarato il Ten. Col. MOVM Gianfranco Paglia.