AgenPress – “Lungi da me impedire il diritto di opinione di chiunque, cittadino o politico. Ma io non ho parlato da politico, non ho fatto alcun calcolo. Sono e faccio il ministro della Difesa. Ho giurato di servire con fedeltà e onore lo Stato, le leggi e la Costituzione. Non mi sento particolarmente isolato. Quello che ritengo sia giusto dire o fare lo faccio e lo dico. Chi si sente di destra ha, o dovrebbe avere, un assoluto rispetto delle regole”.
Così, al Corriere della Sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto, convinto che rifarebbe “quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa doveva agire così. Non ho parlato da esponente politico ma da rappresentante delle istituzioni”.
“Consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate, e i valori costituzionali e repubblicani”.
“Il cambiamento di funzioni – spiega – io non l’avrei nemmeno fatto, proprio per spegnere il caso ed evitare che Vannacci diventasse un martire. Ma le assicuro che le persone con cui ho parlato e che poi hanno agito avrebbero preteso molta più durezza. Il procedimento interno, già avviato, valuterà la posizione del generale e deciderà”.
Rispetto al ‘fuoco amico’ del centrodestra “non considero amico nessuno di quelli che hanno parlato di me, mistificando la realtà. Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Così come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci senza discutere le mie scelte”.