Centro, Gianfranco Rotondi: “Più se ne parla, meno esiste”

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AgenPress. Ferragosto ha riportato il Centro nell’agenda politica. Del resto le cronache ferragostane sono classicamente dedicate alle notizie non veritiere. E il Centro è la più elegante delle fake news: più se ne parla, meno esiste.

E allora perché si parla tanto di Centro? Forse principalmente ne parlano i protagonisti politici che affidano la propria sopravvivenza a questo ipotetico spazio elettorale.

I partiti democristiani non battono alcun colpo nella gara d’appalto del voto centrista. Ci è voluto il tribunale di Roma per ricordare all’Udc che ha lo scudo crociato, e al sottoscritto che ancora dispone della denominazione della Dc, ma Lorenzo Cesa ed io ancora non veniamo soccorsi dal minimo slancio vitale di unire nome e simbolo e dare dignità a ciò che resta del maggiore partito della storia italiana.

La novità è che proliferano partiti democristiani autoprodotti, senza validi diritti giuridici, ma capaci di fare liste, attestare presenze, a riprova del fatto che nulla può cancellare una presenza viva della società. Ci toccherebbe una iniziativa, ma in quale vita?

Giorgia Meloni. Non mi obiettate alla Di Pietro che non ci azzecca col Centro. Adolfo Sarti diceva che “per un democristiano non c’è gusto a far politica in qualcosa che prenda meno del quaranta per cento”. Oggi vicino a quella soglia c’è solo Giorgia. Sale la tentazione di fare a Giorgia il supremo dispetto democristiano: darle quel quaranta per cento che completi la sua trasformazione nella perfetta erede del ruolo della Dc.

E’ quanto dichiara, in una nota, l’On. Gianfranco Rotondi.

 

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