AgenPress. La condizione carceraria, ci hanno insegnato Voltaire e Beccaria (e lo ha ricordato Aldo Moro in uno splendido intervento all’Assemblea Costituente), è l’indice della civiltà di un paese.
Ebbene, il governo dichiara ogni giorno che bisogna abolire il pur tenue reato di tortura e, soprattutto, come le ultime due tragedie civili drammaticamente segnalano, nelle carceri italiane cresce la tremenda numerazione dei morti e dei suicidi. Non possiamo far finta di nulla, rimuovere. La politica deve intervenire. Vi sono certo inadempienze; ma, soprattutto , permane nel ministero di Giustizia, un ideologismo giustizialista.
Da anni avvertiamo, ad esempio, che il caldo e l’isolamento psicologico estivo rendono insopportabile per i detenuti la carcerazione. I suicidi, le morti delle ultime ore sono l’urlo straziante che rivendica un urgente, profondo intervento riformatore. E, invece, nulla.
Vengono, anzi, contrastate dal governo misure alternative al carcere e le sperimentazioni coraggiose del carcere come sanzione di ultima istanza. La Costituzione, la concezione della pena che essa delinea, sono vilipese. Il governo mette alla porta il dott. Mauro Palma, un Garante dei detenuti e della lotta contro la tortura nelle carceri che tutta l’Europa ci invidia. Lotteremo contro l’ipocrisia del ministro Nordio e il panpenalismo populista della Meloni
E quanto dichiarano, in una nota congiunta, Maurizio Acerbo, Segretario nazionale – Giovanni Russo Spena, Resp. Area democrazia e diritti, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea.