Coronavirus, Prof. Blasi: “L’epidemia nella città di Milano non ha ancora rallentato come ci si aspettava”

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Agenpress. Il Prof. Francesco Blasi, direttore del Dipartimento di medicina interna e della Unità Operativa Complessa di Pneumologia del Policlinico di Milano, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

Sulla situazione a Milano. “L’epidemia nella città di Milano non ha ancora rallentato come ci si aspettava e come è successo nella provincia di Milano -ha affermato Blasi-. Al Policlinico c’è minore pressione sul pronto soccorso, quindi un pochino di effetto si vede e dobbiamo ringraziare i cittadini che stanno rispettando le regole”.

Riguardo l’uso dell’eparina nella cura dei malati di Covid 19. “Notiamo nei nostri pazienti che si formano dei trombi a livello delle vene delle gambe, ma anche delle arterie che vanno al polmone. Quindi la terapia con eparina a basso peso molecolare sta entrando nel nostro protocollo di cura, anche mancano ancora degli studi che diano un’evidenza a questa sensazione che abbiamo tutti. Sappiamo che dopo il virus dell’influenza si ha un aumento degli infarti miocardici. I virus in generale danno infiammazione e l’infiammazione è uno dei fattori causali, quindi non è una caratteristica assolutamente propria di questo Coronavirus”. 

Sul possibile prolungamento delle restrizioni per gli over 60 nella fase due. “E’ da valutare. E’ evidente che la popolazione sopra i 60 sia quella più ad alto rischio. Il Comitato tecnico-scientifico starà sicuramente valutando tutte le ipotesi. Certamente la distanza sociale, l’utilizzo di mascherine e guanti, lavarsi i guanti prima di toglierli e lavarsi le mani sono tutte indicazioni fondamentali”.

Sulle cause contro i medici per morti da Covid 19. “E’ un rischio della nostra professione, certamente non è un periodo facile questo. Credo che tutti noi auspicassimo che queste cose fossero normate dalla legge, se non sarà così vedremo. C’è il rischio che queste cose portino alla medicina difensiva, che non è appropriata e aggiunge costi ulteriori al sistema”.

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