AgenPress – A maggio e giugno l’occupazione di lavoratori dipendenti ma a ritmi meno sostenuti che nei quattro mesi precedenti. Nella prima metà dell’anno sono stati creati 278mila posti di lavoro nel settore privato non agricolo, il 15% in più rispetto al primo semestre del 2022, e il 55% in più nel confronto con il secondo semestre. Lo si legge nel Report di Bankitalia “Il mercato del lavoro, dati e analisi” con l’Anpal e il ministero del Lavoro. A maggio e giugno sono stati creati circa 75mila posti a fronte dei 100mila circa creati in ciascuno dei due bimestri precedenti.
Nei mesi di maggio e giugno la domanda di lavoro ha rallentato nel turismo (21mila a maggio giugno a fronte dei 30mila del primo bimestre e dei 38mila del secondo) e nel commercio (11mila a maggio-giugno a fronte dei 17mila del primo bimestre e dei 17mila del secondo), mentre è rimasta stabile negli altri servizi e nell’industria in senso stretto. Nelle costruzioni l’espansione delle posizioni lavorative si è invece rafforzata. Nei comuni maggiormente colpiti dall’alluvione di maggio (concentrati prevalentemente in Emilia-Romagna), le attivazioni nette nel settore agricolo hanno marcatamente rallentato. Non sembrano esserci state ripercussioni nei settori a valle della filiera agro-alimentare e nel turismo. La crescita dell’occupazione nel bimestre è stata più contenuta sia nella componente permanente sia, in misura maggiore, in quella a termine.
Nel complesso del primo semestre del 2023, l’incremento dell’occupazione dipendente è stato sospinto dalla componente a tempo indeterminato con 232mila posti di lavoro in più su 278mila totali. A marzo e aprile il numero di disoccupati amministrativi si è ridotto di circa 110mila persone, ma meno rispetto al periodo corrispondente. Tale dinamica, che si associa al più consistente aumento dell’occupazione, “rifletterebbe il marcato incremento del tasso di partecipazione nell’anno in corso”.
Nei comuni maggiormente interessati dall’alluvione, le attivazioni nette nel settore agricolo hanno marcatamente rallentato a partire dal mese di maggio.
“Nel complesso dell’ultimo bimestre il saldo cumulato, non corretto per i fattori stagionali, è stato pari a circa 1.500 unità, a fronte di 4.000 e 3.700 rispettivamente negli stessi mesi del 2019 e del 20224. Ciò è stato determinato – spiega il Rapporto – dal calo delle assunzioni, mentre le cessazioni sono rimaste su livelli prossimi a quelli degli anni precedenti. Per confronto, nei comuni delle province non colpite dell’Emilia-Romagna il saldo è stato solo lievemente inferiore rispetto al 2019 e al 2022”. “La differenza nella creazione di posizioni lavorative tra comuni colpiti e non colpiti si è gradualmente ampliata nel mese di maggio e si è stabilizzata in giugno. Nel complesso del settore privato non agricolo – precisa lo studio – non emergono invece segnali di indebolimento delle attivazioni nette: nonostante i danni ingenti subiti dalle imprese più interessate”. (ANSA).
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