Carne Coltivata. M.Cappato (Ass Coscioni per la libertà di ricerca) lancia petizione: “Il Governo ostacola il Made in Italy, animali e ambiente”

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AgenPress. Approdato in aula al Senato il disegno di legge governativo che rischia di ostacolare la ricerca su un prodotto che potrebbe invece portare benefici ad animali ed ambiente, scienziati e giuristi, insieme all’Associazione Luca Coscioni, lanciano una petizione al Parlamento (art. 50 Costituzione) per fermarne l’approvazione.

CAPPATO E MINEO “IL GOVERNO OSTACOLA IL MADE IN ITALY”

Il disegno di legge “in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici” (che in realtà non sono sintetici, ma ottenuti da coltivazione cellulare), approvato dal consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste Francesco Lollobrigida e del Ministro della salute Orazio Schillaci ha concluso l’esame da parte delle commissioni competenti ed è approdato ieri al Senato. Al via libera del ddl atteso nelle prossime ore, seguirà il passaggio alla Camera.

L’Associazione Luca Coscioni, che ha al centro dei propri obiettivi il principio della libertà di ricerca scientifica, si occupa di questo tema per evitare che in materia di carne coltivata la ricerca italiana venga penalizzata, come accadrebbe con l’approvazione del ddl.

L’Associazione aveva già promosso un webinar con scienziati e giuristi sulle potenzialità di questo alimento (che rientra nella tipologia di alimenti menzionati sopra) e sugli effetti dannosi di questo provvedimento. Nella scorsa settimana l’Associazione ha depositato una petizione formale, a norma dell’art. 50 della Costituzione italiana, per chiedere al Parlamento di sospendere ogni decisione in materia, in attesa di informazioni affidabili basate sul metodo scientifico, e di effettuare richiesta al Comitato per la Legislazione al fine di esaminare  con parere preventivo l’applicabilità e la legittimità del disegno di legge.

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Lorenzo Mineo, Coordinatore della campagna, hanno dichiarato: “Il disegno di legge sulla carne coltivata è l’opposto della difesa del made in Italy che il Governo sta sbandierando con questo provvedimento. Al contrario, se un domani dall’Europa fosse approvata la commercializzazione di carne coltivata,  il divieto italiano non potrebbe impedire ad altri paesi UE di esportare da noi il prodotto, danneggiando così soltanto le imprese italiane, costrette a rinunciare alla produzione e quindi scoraggiate a investire nella ricerca”. 

La petizione “Carne coltivata. Perché no?” può da oggi essere sostenuta e sottoscritta  sul sito dell’Associazione, dove si spiega che il provvedimento del Governo è dannoso per almeno due motivi:

  • la carne coltivata porterebbe benefici oggettivi sull’abbattimento della sofferenza animale, e secondo la letteratura scientifica, avrà un’impronta ambientale di gran lunga inferiore (forse fino al 90% in meno) rispetto alle carni convenzionali;
  • il divieto si configura come ideologico anziché scientifico, arrivando prima ancora che l’UE abbia valutato, attraverso un’analisi scientifica dell’autorità per la sicurezza alimentare EFSA, se questo prodotto potrà o no essere immesso sul mercato.

La petizione è a prima firma di Vitalba Azzolini, giurista fellow dell’Istituto Bruno Leoni, e ha ricevuto il sostegno di Alessandro Bertero, Professore Associato di Biologia Applicata presso il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino, Stefano Biressi, Professore Associato di Biologia Molecolare e capogruppo del Laboratorio di Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa presso il dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale ed Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, Luisella Battaglia, Professoressa di Filosofia morale e Bioetica presso l’Università degli studi di Genova e membro del Comitato nazionale per la bioetica, Marco Cappato – Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e Co-presidente di Eumans, Luciano Conti – Professore di Biologia Applicata presso  il dipartimento di Biologia Cellulare, Computazionale ed Integrata (CIBIO) dell’Università di Trento, Cesare Gargioli, Professore Associato di Biologia Applicata del Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata, Diana Massai, Professoressa associata di Bioingegneria Industriale, Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, Politecnico di Torino, Giuseppe Scapigliati, Professore di Zoologia e Biotecnologie Animali, Università della Tuscia,  Nike Schiavo, Presidente di Agricoltura Cellulare Italia APS, nonché di Stefano Lattanzi, imprenditore CEO della startup Brunocell, unica impresa italiana del settore della carne coltivata che si ritrova fortemente penalizzata dal disegno di legge in oggetto.

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