Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Ho percepito la volontà di Papa Francesco di fare chiarezza, ma qualcuno in Vaticano rema contro”

- Advertisement -
- Advertisement -

 Puntata speciale

“Crimini e Criminologia” con Fabio Camillacci dedicata ad Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana scomparsa nel nulla il 22 giugno del 1983. 


AgenPress. Dopo due inchieste della magistratura italiana finite con l’archiviazione, la Procura di Roma ha aperto una terza inchiesta proprio in questo 2023, contestualmente all’apertura delle indagini da parte del Procuratore Vaticano e all’avvio di una Commissione Bicamerale Parlamentare d’inchiesta. Ma dopo 40 anni, tra piste di terrorismo internazionale e altre legate a crimine e denaro con Banda della Magliana, Mafia e Chiesa protagoniste, l’intera vicenda rimane avvolta nel mistero. A commentare e approfondire in studio i numerosi lati oscuri della vicenda Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, e l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi.

“In questi giorni ricorre il 40mo anniversario dalla scomparsa di Emanuela Orlandi: desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari, soprattutto alla mamma, e assicurare la mia  preghiera”. Lo ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus domenicale in piazza San Pietro, fra cui c’erano anche i partecipanti al sit in organizzato dallo stesso Pietro Orlandi che a “Crimini e criminologia” ha dichiarato: “Tante persone erano presenti manifestando grande solidarietà da tutta Italia, il nostro obiettivo è arrivare alla verità qualunque essa sia e dare giustizia a Manuela. Ho percepito la volontà di Papa Francesco di fare chiarezza ma secondo me c’è qualcuno in Vaticano che rema contro e penso anche di sapere chi. Io ho fatto un appello ai senatori che in questo momento frenano tutto. Forse sono stati frenati da quando il procuratore di giustizia Diddi in rappresentanza del Vaticano alla commissione al Senato ha fatto capire che qualcuno in Vaticano non gradisce questa commissione come fosse una intromissione. Papa Francesco però ha ribaltato questo segnale”.

E proprio a proposito delle frenate da parte della commissione bicamerale, l’avvocato Laura Sgròha dichiarato: “I rallentamenti sono dovuti proprio al fatto che essendo una commissione bicamerale occorre l’approvazione della Camera e poi del Senato. Alla Camera le attività si sono svolte in modo molto spedito, si è arrivati al voto e tutti hanno votato per il si all’unanimità. Davamo per scontato che in Senato la faccenda si sarebbe svolta altrettanto velocemente ma non è stato così, sono stati presentati degli emendamenti, fissate delle audizioni a cui tutti abbiamo partecipato, la settimana scorsa il Senato ha chiesto una ulteriore proroga. Martedì andranno in aula e mi auguro che le parole del Santo Padre siano servite a sciogliere ulteriori dubbi. Dare delle risposte alla scomparsa di Manuela Orlandi vuol dire dare delle risposte a dei buchi neri della storia d’Italia”.

Alla domanda del conduttore, se le rivelazioni del giornalista Tibaldi del Corriere della Sera sul documento “lista spese per Manuela” trovato nella cassaforte del Vaticano si debba valutare sia vero, Pietro Orlandi ha risposto: “Un senso quei fogli lo hanno per stare in cassaforte al Vaticano. Si parlava del trasferimento di Manuela in un collegio di Londra con tanti particolari, non condivido il fatto che sia bollato come falso e ridicolo per la forma con cui è stato scritto, forse è stato raccontato un contenuto vero in forma falsa, ci sono troppi particolari perché possa essere scritto da un mitomane. Io credo ci sia stato un ricattato e un ricattatore. La Minardi racconta di aver accompagnato Manuela nelle famose mille curve e di averla consegnata ad un prelato: io le credo, perché il ricattato, chiunque sia, ha accettato le richieste del ricattatore e Manuela non poteva essere riconsegnata alla famiglia perché testimone vivente di qualcosa ma neanche si poteva dare a questi malavitosi per farla uccidere. Penso per questo che sia stata portata a Londra in un ambiente di chiesa coperto e sicuro al 100%. Ovviamente non penso che tutto il Vaticano fosse coinvolto ma solo alcune persone con un potere decisionale. Inoltre se fosse morta in Vaticano non penso che il Vaticano rischierebbe nel prendere una bara dall’Inghilterra perché rimarrebbero troppe tracce, non avrebbe senso. Quando si parla di chiusura della pratica nel 1997 è perché è l’anno in cui è stata chiusa l’inchiesta ed è morto il Cardinal Poletti e sempre nel ’97 il Presidente del Governatorato mi fece accomodare nel suo ufficio e mi disse “ancora con questa storia di tua sorella? Adesso basta” e capii che questo era il pensiero di tutti”.

Accorato l’appello di Pietro Orlandi al termine della puntata: “Il mio appello ai senatori che martedì dovranno decidere, decidere la verità non solo per la famiglia ma all’Italia intera. Non è solo la scomparsa di una ragazzina ma chiarire l’atteggiamento di tutti gli apparati dello Stato che si sono succeduti in 40 anni. Dopo che alla Camera è stata raggiunta l’unanimità il presidente Fontana mi ha chiamato dicendo “ce l’abbiamo fatta e vedrai che questa commissione partirà perché è necessaria e deve partire” idem La Russa e Mantovano. Da parte del Governo ho notato entusiasmo, c’è la massima solidarietà per fare chiarezza”.

 

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -