Governo. Golden Power per proteggere Pirelli dal controllo cinese. Pronti ad esercitarlo anche su Elettrolux

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AgenPress –  Il governo si è mosso per impedire ad una società statale cinese di prendere il controllo del colosso della produzione di pneumatici Pirelli. La decisione fa parte delle misure annunciate per proteggere l’indipendenza di Pirelli.

Lo ha assicurato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine dell’incontro odierno con i sindacati di Porcia (Pordenone), sede italiana del Gruppo svedese.

“Nel caso, che ora riteniamo ipotetico, ci fosse la volontà, da parte di chiunque, di cedere, vendere o trasferire le aziende – ha detto il ministro –  il governo sicuramente farà sentire la propria voce attraverso l’esercizio del Golden Power, come sta facendo in questi giorni con Pirelli”.

Secondo gli analisti economici, la situazione sarebbe di impasse: Electrolux ha avviato di recente un importante piano di riduzione dei costi e ha destinato 8 miliardi di corone svedesi (circa 680 milioni di euro) a investimenti, di cui 220 milioni a partire da quest’anno per quanto riguarda le due fabbriche italiane di Susegana (Treviso) e Solaro (Milano).

Va registrato anche il fatto che Investor AB, la holding svedese controllata dalla famiglia Wallenberg, socio storico di Electrolux al 18%, ma con il 30% di diritti di voto, avrebbe giudicato non adeguata l’offerta del colosso cinese.

Sul fronte Pirelli, il gigante chimico Sinochem, controllato da Pechino, è il maggiore azionista, con una partecipazione del 37% nell’azienda milanese di 151 anni.

Durante una recente audizione alla presidenza del Consiglio del 6 giugno, e Marco Tronchetti Provera ha lanciato un allarme, sostenendo che “i cinesi sono pericolosi” e che il Partito comunista è una minaccia per Pirelli. Il dipartimento Golden power si è quindi attivato per proteggere il futuro di una delle più grandi realtà industriali italiane.

Quando Tronchetti Provera ha aperto le porte ai cinesi, il bilancio della Pirelli era in perdita. Poi i conti sono tornati positivi, spinti dalla fusione della ChemChina con il conglomerato statale cinese Sinochem. Il colosso degli pneumatici è arrivato a chiudere i conti del 2022 con un utile netto di 435,9 milioni di euro, in crescita del 35,5%. Una ripresa di cui ha beneficiato economicamente lo stesso Tronchetti Provera, la cui holding – Camfin – è azionista di Pirelli con il 14%. Il colosso degli pneumatici italiani è infatti un affare per Sinochem e per la Repubblica popolare.

Nell’ottobre del 2016, il presidente cinese Xi Jinping aveva riunito a Pechino i top manager di un centinaio di aziende di Stato portando il messaggio che “il Partito comunista conta più di ogni consiglio di amministrazione” perché è “la radice e l’anima della società”. Per il numero uno cinese, le aziende sono “un prolungamento dell’azione del Partito comunista anche oltre i nostri confini”, aveva detto in un discorso che anticipava i lavori del Congresso del Partito previsto nell’autunno di quell’anno.

Il Governo a questo punto “blinda” Pirelli e le sue tecnologie cyber arginando il potere del socio cinese del gruppo. L’Esecutivo ha infatti deciso di usare lo scudo del “Golden Power” dotando il gruppo italiano di una serie di strumenti per la tutela dell’asset strategico, tra i quali un nulla osta di sicurezza industriale strategico che prevede limiti di accessibilità alle informazioni. Vediamo cosa significa e per quale motivo il Governo ha deciso di difendere Pirelli.

Una nota di Palazzo Chigi recita: “Il Governo, nella seduta del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2023, su proposta del ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha disposto l’esercizio dei poteri speciali ‘golden power’ sull’operazione oggetto di notifica da parte di China National Tire and Rubber Corporation, Ltd., riguardante il patto parasociale sulla governance della società Pirelli & C. S.p.A. La decisione del Governo, nel rispetto del principio di proporzionalità, prevede apposite prescrizioni per la tutela dell’asset strategico costituito da sensori cyber impiantabili negli pneumatici”.

Per Golden power si intendono “poteri speciali” esercitabili nei settori della difesa e della sicurezza nazionale e ambiti di attività definiti di “rilevanza strategica” nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni.

Rientra tra i poteri speciali, per esempio, la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni.

Lo scopo, spiegano da Palazzo Chigi è “creare una rete di misure che tutelano: l’autonomia di Pirelli e del suo management; la sicurezza delle procedure; la protezione delle informazioni di rilevanza strategica; il know-how posseduto dalla società”.

Si vuole dare a Pirelli una serie di strumenti per la tutela dell’asset strategico, tra i quali un nulla osta di sicurezza industriale strategico che prevede limiti di accessibilità alle informazioni. La società Pirelli, inoltre, istituirà anche una unità organizzativa autonoma per la sicurezza. Per alcune decisioni strategiche del cda le prescrizioni del Governo prevedono, altresì, un voto di almeno i 4/5 del consiglio di amministrazione.

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