AgenPress – Il governo si è mosso per impedire ad una società statale cinese di prendere il controllo del colosso della produzione di pneumatici Pirelli. La decisione fa parte delle misure annunciate per proteggere l’indipendenza di Pirelli.
Lo ha assicurato il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, al termine dell’incontro odierno con i sindacati di Porcia (Pordenone), sede italiana del Gruppo svedese.
“Nel caso, che ora riteniamo ipotetico, ci fosse la volontà, da parte di chiunque, di cedere, vendere o trasferire le aziende – ha detto il ministro – il governo sicuramente farà sentire la propria voce attraverso l’esercizio del Golden Power, come sta facendo in questi giorni con Pirelli”.
Secondo gli analisti economici, la situazione sarebbe di impasse: Electrolux ha avviato di recente un importante piano di riduzione dei costi e ha destinato 8 miliardi di corone svedesi (circa 680 milioni di euro) a investimenti, di cui 220 milioni a partire da quest’anno per quanto riguarda le due fabbriche italiane di Susegana (Treviso) e Solaro (Milano).
Va registrato anche il fatto che Investor AB, la holding svedese controllata dalla famiglia Wallenberg, socio storico di Electrolux al 18%, ma con il 30% di diritti di voto, avrebbe giudicato non adeguata l’offerta del colosso cinese.
Sul fronte Pirelli, il gigante chimico Sinochem, controllato da Pechino, è il maggiore azionista, con una partecipazione del 37% nell’azienda milanese di 151 anni.
Domenica, Pirelli ha dichiarato agli investitori che il governo italiano aveva stabilito che solo Camfin – una società controllata dal capo di Pirelli Marco Tronchetti Provera – poteva nominare candidati alla carica di amministratore delegato.
Pirelli ha anche affermato che il governo ha deciso che qualsiasi modifica alla corporate governance della società dovrebbe essere soggetta a controllo ufficiale.
Nel 2015 Pirelli è stata venduta per 7,1 miliardi di euro (6,1 miliardi di sterline; 7,8 miliardi di dollari) a un gruppo di investitori tra cui ChemChina e Camfin. Sei anni dopo ChemChina si è fusa con Sinochem di proprietà statale. Anche il fondo di investimento Silk Road del governo cinese detiene una partecipazione del 9% in Pirelli.
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