Ucraina. Mentana, “la parte sbagliata è sicuramente la Russia, come ottant’anni fa la Germania”

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AgenPress – “In un paese libero ogni tesi può essere espressa, e mai come in questi anni lo si è visto in abbondanza. Anche sulla guerra la logica binaria dei talk show ha portato sulla scena chi la pensa diversamente dal capo dello stato, dal governo e dal parlamento. Non ha sorpreso nessuno vedere che i “pacifisti” sono in gran parte gli stessi che lottarono contro l’obbligo vaccinale e il green pass: antagonisti professionali, penserà qualcuno. Ma non è così: non sono loro che si offrono, sono i programmi che li invitano e in qualche caso se li contendono”.
Così Enrico Mentana in un post.  “Ho scritto “pacifisti” tra virgolette, e spiego perché: tutti noi, spero, vogliamo la pace, e personalmente non consento a nessuno di etichettarsi come pacifista per contrapporsi alle mie idee. La guerra fa orrore a tutti, genera morte, distruzione e una catena di odi e rancori destinati a non spegnersi mai. Chi muove guerra genera tutto questo. E solo chi scambia la pace per la pretesa di essere lasciato in pace può sperare che chi subisce la guerra, chi viene invaso, rinunci a difendersi per farci stare sereni, rinunci alla sua indipendenza e ai suoi territori per permetterci una illusione di lieto fine. Per questi “pacifisti” ad avere le mani sporche di sangue è Zelensky, perché non si è arreso, perché non è scappato, perché ha organizzato la resistenza all’invasore ed è diventato l’emblema dell’Ucraina che chiede le armi per ricacciare i russi fuori dai suoi territori. Per porre fine alla guerra – dicono – basterebbe accettare la perdita di parte del territorio: valgono forse più delle decine di migliaia di vite umane che si perderanno proseguendo il conflitto? Non armiamo gli ucraini, così li salveremo!
Senza le armi degli angloamericani la resistenza italiana al nazifascismo sarebbe stata annientata in pochi mesi, altro che balle. E furono proprio quei partigiani, quelli che preferirono combattere per la libertà e il loro territorio, invece di starsene in pace, a lavare l’onta di un capo di stato (il Re) che scappò ignominiosamente dalla capitale per salvare la pelle, come tanti speravano facesse Zelensky. Come si sa, coloro che vorrebbero interrompere gli aiuti militari a Kiev contrappongono al soccorso verso chi è invaso la necessità del negoziato. “No alle armi, sì alla trattativa di pace”. Anche qui: chi è contrario in via di principio al negoziato? Solo un folle preferirebbe una guerra a oltranza a una soluzione diplomatica. Ma loro credono che noi, l’Italia, l’Europa, la Nato e in ultima istanza gli americani facciamo di tutto per opporci a un tavolo negoziale, d’intesa ovviamente col fanatico Zelensky.
La verità, peraltro palese a tutti, è che Mosca non accetta negoziati che non partano dall’accettazione delle sue conquiste territoriali, e Kiev pone la pregiudiziale opposta: ritiro dalle regioni occupate e poi si può trattare. Posizioni inconciliabili, e assenza di una autorità sovranazionale in grado di convocare le parti, visto che la Russia ha violato i trattati dell’Onu con l’invasione, e l’esito del viaggio del suo segretario generale al Cremlino è purtroppo ben noto.
L’argomento finale dei nostri “pacifisti” come si sa è il richiamo all’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Conosco molto bene il valore di queste parole, perché fui tra i pochi a citarle per contestare la partecipazione dell’Italia all’offensiva militare contro la Serbia nel 1999 (l’ironia della storia è che molti dei “pacifisti” di oggi erano allora a favore dell’attacco). Non c’è dubbio che il riferimento alla guerra come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli” significa una cosa ben chiara: la Costituzione ripudia il muovere guerra, ma ovviamente non l’intervento difensivo se il nostro paese viene aggredito.
E la condanna di chi attacca non può non accompagnarsi all’aiuto a chi si difende, a maggior ragione se ci viene richiesto. O davvero qualcuno è capace di affermare che se un paese straniero ci invadesse noi dovremmo rinunciare a lottare perché ripudiamo la guerra? E se nessun paese amico ci venisse in aiuto noi diremmo che è giusto così? Se la Gran Bretagna e l’Unione Sovietica non avessero resistito a Hitler, e soprattutto se gli Stati Uniti non avessero dato il loro aiuto, prima dando armi a Londra e Mosca e poi entrando in guerra, la croce uncinata avrebbe sventolato a lungo in tutta Europa. Putin non è Hitler e Zelensky non è Churchill, certo. Ma la parte sbagliata è sicuramente la Russia, come ottant’anni fa la Germania (e l’Italia)”.
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