Coronavirus. I magistrati chiedono la continuità delle attività giudiziarie

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Agenpress – “Col passare dei giorni appare purtroppo evidente che, restando inalterate le restrizioni e le limitazioni di carattere generale, neppure l’attività giudiziaria potrà riprendere normalmente il 16 aprile. Ciò comporterebbe, anche con l’adozione delle necessarie cautele, l’esposizione di migliaia di persone a un rischio ancora grave, peraltro in assenza dei dispositivi e delle misure di protezione che potrebbero al più ridurre, ma non certo escludere, il contagio ed una diffusione ulteriore del virus”.

E’ quanto dichiara l’Associazione Nazionale Magistrati, chiedendo “l’adozione urgente di atti normativi che dispongano la proroga d’un regime che prevede la trattazione dei soli affari non differibili: devono intervenire tempestivamente in modo da consentire la programmazione delle attività giudiziarie e per un periodo congruo e coerente con le previsioni relative agli altri servizi essenziali.
In tal modo sarebbe garantita una disciplina uniforme sul territorio nazionale, dettata per legge e non rimessa ai provvedimenti dei dirigenti dei singoli uffici giudiziari, dirigenti che verranno altre sì orientati nell’adozione dei protocolli utili per avviare le attività nella “seconda fase” che seguirà alla sospensione”.

Con una lettera inviata, tra gli altri, anche al ministro della Giustizia, chiedono che “vengano adottate in tempi rapidi urgenti misure al fine di non disperdere lo sforzo dei colleghi del Distretto per garantire effettiva continuità, anche nel periodo di emergenza sanitaria, all’amministrazione della giustizia e consentire la trattazione dei procedimenti per i quali non opera la sospensione e lo svolgimento degli adempimenti di cancelleria e, nel contempo ,tutelare la salute dei magistrati, del personale amministrativo, degli avvocati, delle parti e di tutti i soggetti a qualunque titolo coinvolti nelle attività giudiziarie”. E’ quanto chiede la giunta dell’Associazione magistrati di Roma e del Lazio in una lettera inviata, tra gli altri, anche al ministro della Giustizia, “tenuto conto che gli interventi normativi, organizzativi e strutturali fin qui adottati”, in tema di emergenza coronavirus, “pur apprezzabili, hanno dato risposta solo parziale alle esigenze legate alla grave emergenza in corso”.

Per l’Anm di Roma e del Lazio “quanto al penale ed al settore della Sorveglianza, è indispensabile il potenziamento delle risorse relative alle videoconferenze ad al potenziamento delle dotazioni e procedure informatiche, in modo da rendere efficiente l’attività da remoto tenendo conto delle specifiche esigenze di celerità delle attività da svolgere” e “devono essere ulteriormente richiamate le specifiche esigenze degli Uffici Giudiziari minorili del distretto, che subiscono le conseguenze del grave ritardo nella fornitura di dotazioni tecniche, di personale e di informatizzazione delle procedure”.

È indispensabile stabilire inoltre le soluzioni tecnologiche più idonee e praticabili concretamente per celebrare i processi in via telematica.
È infine necessario differire l’entrata in vigore della nuova disciplina delle intercettazioni, che richiede un insieme di misure organizzative tecnologicamente complesse, all’evidenza impossibili da adottare e attuare entro il termine a oggi previsto.

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