AgenPress – La Procura di Verbania ha chiuso l’inchiesta in vista della richiesta di processo per 8 indagati.
A due anni di distanza dalla tragedia, si avvicina dunque il processo per i presunti responsabili di quanto avvenne il 23 maggio 2021. Erano le 12,25 circa quando una cabina, con a bordo 15 persone precipitò sul tratto della funivia del Mottarone, tra Verbano-Cusio-Ossola e la provincia di Novara. Le perizie disposte dalla procura hanno poi accertato che ci fu il cedimento di una fune. Sulle cause di quel cedimento si concentrerà il processo. Alla tragedia sopravvisse soltanto un bambino, Eitan, 5 anni all’epoca, figlio di una coppia italo-israeliana, per il quale si è aperto un capitolo giudiziario parallelo sull’affidamento. I genitori infatti sono morti nella cabina precipitata.
L’accusa sostiene che l’incidente non avvenne per caso, ma per una scelta precisa della società che aveva in gestione l’impianto, che preferì per sostenere l’aumento di turisti in quel periodo, di non effettuare alcuni lavori, se non addirittura di bloccare i sistemi di sicurezza per evitare che la cabina si bloccasse, come accaduto nei giorni precedenti.
Non furono effettuati i “controlli a vista mensili sul tratto di fune traente in prossimità del punto di innesto al carrello (testa fusa), previsti dal manuale d’uso e manutenzione” e dal “regolamento di esercizio”, quindi non vennero rilevati i “segnali di degrado della fune (….)”, che invece “si deteriorava progressivamente, sino a rompersi”, proprio in corrispondenza dello stesso punto d’innesto in cui “presentava il 68% circa dei fili” lesionati.