AgenPress. “Una nuova pandemia non è possibile da prevedere, attualmente non lo sappiamo e non possiamo saperlo ma se dovesse esserci questa ipotesi non siamo ancora pronti: per la gestione preventiva dovremo considerare una riforma di territorio, un piano pandemico nazionale e uno regionale che ogni anno dovrà essere aggiornato.
A spiegarlo è Massimo Ciccozzi, responsabile di Statistica medica e epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, intervenuto questo pomeriggio all’interno della trasmissione “Dritti al Punto” in onda su Cusano Italia TV curato e condotto da Roberta Feliziani.
Il vero spettro presente oggi è però di altro tipo rispetto all’emergenza pandemica, altrettanto importante e silente: “la resistenza agli antibiotici nella trattazione delle infezioni ospedaliere”.
Esistono delle infezioni resistenti agli antibiotici che circolano negli ospedali e causano la morte di pazienti che vi accedono per problematiche innocue: “una storia antica, quella delle infezioni contratte all’interno dei presidi ospedalieri, che risale alla fine degli anni Ottanta e che purtroppo ancora oggi non è stata del tutto debellata” – spiega Ciccozzi.
“La resistenza ai batteri è diventata un problema in Italia perché oggi è una questione relativa anche alla comunità, quei pazienti che contraggono il batterio inavvertitamente possono trasferire l’infezione ai parenti più prossimi. Finché si rimane in ambiente ospedaliero è possibile combattere la patologia con la sorveglianza attiva (tampone chirurgico pre e post operatorio) ma è importantissimo che il personale dei nosocomi sappia seguire le regole di sterilizzazione delle sale operatorie e degli apparati mobili, che attualmente non sono normate, non esiste nello specifico un decreto che regoli universalmente le pratiche da mettere in atto.
Le proiezioni sono allarmanti e questo ci obbliga a dover prendere delle precauzioni, secondo le stime Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’antimicrobico-resistenza potrebbe causare entro il 2050 fino a 10 milioni di decessi all’anno nel mondo ma purtroppo la data può anche essere anticipata. Il problema è che attualmente abbiamo 35000 morti l’anno, soprattutto in Italia che tra i Paesi europei ha una delle più alte prevalenze di patogeni resistenti agli antibiotici.