Placanica (pres. Camera Penale Roma). Situazione carceri grave, spero non entri il coronavirus

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Agenpress –  “Per rispetto a noi stessi, come esseri umani, non possiamo sopportare che ci sia una mancanza di dignità e di diritti quando ci sono persone affidate allo Stato. La situazione delle carceri era già drammatica, c’era un sovraffollamento incredibile. Adesso, quella che era già una situazione drammatica, è peggioratissima. Dobbiamo pregare ogni giorno che questo virus non entri in un carcere. Credo che dei 50mila detenuti neanche uno abbia la mascherina”.

Così l’avvocato Cesare Placanica, presidente della Camera Penale di Roma, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano e Presidente della società delle scienze umane, su Radio Cusano Tv Italia (canale 264 dtt).

“E anche fra le guardie carcerarie mi risulta che abbiano la mascherina solo una minima parte. Ci sono alcuni casi di contagi tra i sanitari del carcere femminile di Rebibbia e 7 detenute sono state messe in isolamento. Finchè sono 7 si possono trovare celle di isolamento, ma se aumentassero sarebbe un problema. Due giorni fa un magistrato illuminato, il Dottor Giovanni Salvi, procuratore della Cassazione, ha scritto a tutti i procuratori generali dicendogli: più che mai il nostro sistema deve uniformarsi a una regola, il carcere deve essere l’extrema ratio.

Il controllo del territorio in questo momento è facilissimo, ed è il momento di sospendere per sminare delle polveriere. Bisogna provare a fare uscire dal carcere tutti quelli che in questo momento possono uscire dal carcere. Noi abbiamo persone che hanno pene al di sotto di un anno che stanno in galera. Nell’ultimo decreto c’è scritto che devono scontare questi ultimi mesi ai domiciliari, ma la maggior parte non possono andarci perchè mancano i braccialetti elettronici. Attualmente sono diecimila le persone in più nelle nostre carceri rispetto alla capienza. Ovviamente non tutte le carceri sono uguali. In quelle romane è un problema continuo il sovraffollamento.

C’è il fenomeno delle cosiddette porte girevoli che contribuisce a creare confusione e sovraffollamento. Ad esempio due miei clienti sono stati trasferiti al carcere di Augusta in Sicilia, senza che avessero mai avuto alcun contatto con la Sicilia. La famiglia non ha avuto notizie per tre giorni. Spostano le persone senza che loro lo sappiano. In un momento drammatico come questo non si possono non dare informazioni alle famiglie per dei giorni”.

 

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