AgenPress. «La misura è colma: alcuni sindacati dei medici arrivano ad affermare, e addirittura suggeriscono alla politica, di modificare il DL 34/2023 in fase di conversione in parlamento, in maniera che la libera professione degli infermieri debba essere esercitata prioritariamente a sostegno dei medici di base.
Ciò che sta accadendo è gravissimo. Si arriva al punto di sminuire l’alveo delle competenze e potenziali responsabilità infermieristiche, asserendo che il vincolo di esclusività andrebbe sì eliminato, ma previa valutazione aziendale, che privilegi le attività di pubblico interesse che, udite udite, sempre per questa parte del mondo sindacale medico, coinciderebbe con quella svolta negli studi professionali dei medici di medicina generale.
Come dire: vuoi esercitare la libera professione? Va bene, ma avrai priorità nell’autorizzazione solo se ti occuperai di svolgere la tua attività presso lo studio di un medico di medicina generale. Ci pare veramente troppo quello che sta accadendo».
Così Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.
«E’ di tutta evidenza – aggiunge – che gli infermieri italiani esprimono uno specifico alveo di conoscenze ,competenze e responsabilità professionali che consentono loro di esercitare in una miriade di contesti organizzativi, quindi ben oltre uno studio del medico di medicina generale, dove nella maggior parte dei casi basterebbero dei semplici segretari.
Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa di tali affermazioni il Ministro della Salute Schillaci, anch’egli medico certo, ma che più volte ha speso parole che hanno evidenziato la perfetta comprensione delle lacune di una realtà sanitaria che di certo vede gli infermieri ancora ben lontani da quella valorizzazione economica e contrattuale che, lo ripetiamo oggi come non mai, rappresenta un legittimo e auspicabile traguardo per il bene dei cittadini.
Non vorremmo mai che il Ministro Schillaci, da medico, più che il Ministro della Salute diventasse il Ministro dei medici».