Alfredo Cospito presenta ricorso alla Corte di Strasburgo contro il regime al 41bis

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AgenPress –  Alfredo Cospito ha presentato un nuovo ricorso alla Corte di Strasburgo, questa volta contro il regime del 41bis. È quanto dichiara una dei suoi legali, l’avvocata Antonella Mascia, nel giorno in cui l’anarchico annuncia di aver interrotto lo sciopero della fame. Nel ricorso si sostiene che sono stati violati diversi diritti di Cospito, tra cui quello a non essere sottoposto a maltrattamenti, perché “il regime differenziato applicato a Cospito è disumano per il suo carattere afflittivo, la sua illegittimità e sproporzione”, evidenzia l’avvocata Mascia.

“La lotta intrapresa da Cospito può dirsi abbia raggiunto gli obiettivi prefissati, i tempi di attesa della decisione della Cedu, a differenza di quelli molto più contenuti della Consulta, non sono infatti compatibili con lo sciopero della fame mentre la decisione di Strasburgo merita di essere attesa”,  afferma l’altro difensore dell’anarchico, l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Il penalista aggiunge che quindi Cospito, “trascorsi 180 giorni di digiuno e dopo aver esposto a rischio la propria vita, essere dimagrito 50 chilogrammi e aver ormai irrimediabilmente compromesso la propria funziona deambulatoria dovuta allo scadimento irreversibile del sistema nervoso periferico, il 19 aprile 2023 ha deciso di porre fine allo sciopero della fame”.

“Grazie alla protesta di Cospito, alle mobilitazioni del variegato mondo dell’attivismo politico extraparlamentare, al movimento anarchico, agli intellettuali schieratisi a sostegno delle ragioni della protesta, al mondo dei media che ha permesso la veicolazione di questi scomodi argomenti nelle case delle persone, milioni di soggetti, tra cui soprattutto le nuove generazioni, hanno compreso l’incompatibilità del 41 bis con i principi di umanità della pena e quindi con la Costituzione nata dalla lotta antifascista”, prosegue il legale aggiungendo che “grazie alla vicenda Cospito, il 41 bis è sempre meno tollerato da una opinione pubblica che in questi mesi è stata chiamata ad un ruolo attivo che superasse e bandisse l’indifferenza nei confronti dell’altro”.

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