Lucia Albano (Mef): “Le 6 ‘R’ dell’Immobiliare allargato per il benessere delle persone nei luoghi in cui vivono, operano e transitano”

- Advertisement -
- Advertisement -

L’immobile come elemento in grado di cambiare il volto delle città e lo stile di vita delle persone.

Remind al Workshop organizzato dall’Agenzia del Demanio.


AgenPress. Si è tenuto il 13 Aprile 2023 la terza tappa del ciclo di incontri organizzati dall’Officina per la Rigenerazione dell’Immobile Pubblico, una struttura interna all’ Agenzia del Demanio il cui scopo è quello promuovere una «rete di innovazione», costituita da attori nazionali e internazionali, con al centro l’immobile pubblico che connette attivamente le istituzioni e il cittadino secondo la vision «Public Building as a service».

Un laboratorio dove mettere a fattor comune l’esperienza dell’Agenzia del Demanio, maturata nella gestione degli oltre 43 mila beni dello Stato per sperimentare e innovare nel campo delle opere pubbliche. Oggetto dell’incontro sono state le “R” dell’Immobile Pubblico: Rigenerazione, Ricostruzione, Recupero, Riuso, Resilienza – oltre alla “reason why” indicata dal Sottosegretario Lucia Albano – da includersi all’interno della visione di sistema di Remind (la 7’ “R”).

Lucia Albano, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze

Lucia Albano, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha così dichiarato: “Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti mi ha conferito le deleghe alla valorizzazione del patrimonio pubblico e ai rapporti con l’Agenzia del Demanio. Devo dire che, giorno dopo giorno, mi sto appassionando sempre di più all’immobiliare pubblico. Ringrazio per aver organizzato questo importante workshop parlando delle 5 “R” dell’Immobile pubblico e in questo senso vorrei, però, inserire una postilla e mettere una “R” in più, la “R” di “Reason Why”, cioè la ragione per la quale è importante, essenziale e prioritario occuparsi del patrimonio pubblico.

Valorizzare il patrimonio pubblico significa esprimere non solo un valore economico in più, ma anche un valore sociale ed ambientale. E questo oggi lo si comprende in tutti i territori, lo si comprende a maggior ragione in tutti quei territori che hanno subito ferite importanti, come nel caso del sisma o del dissesto idrogeologico. In ogni luogo in cui emerge l’esigenza di “rammendare” la trama economica della società che ha subito uno sfilacciamento.
Quando si parla di società o di economia, in fondo, stiamo parlando di persone e imprese che devono andare al passo con una ricostruzione.
In questo periodo sentiamo spesso dire: siamo riusciti ad imparare qualcosa dalla pandemia?
Fra le direttrici che abbiamo appreso dalla pandemia vorrei sottolinearne due: la prima riguarda la centralità della persona unitamente alla necessità di socialità; la seconda risiede nell’importanza della tecnologia che diventa un fattore anche abilitante di tutto quello che è il supporto alla vita, al tempo libero, alla mobilità, alla salute, alla scuola. Ebbene queste due variabili hanno contribuito a cambiare radicalmente la domanda di comportamento dei cittadini e i loro bisogni. Si cerca il benessere, si cercano le infrastrutture sociali, si cerca anche una possibilità di essere integrati con la natura. Questo possiamo riscontrarlo nelle aree interne della nostra Nazione, luoghi in cui si può riscoprire questo rapporto, questo contatto che si rende evidente nella rivalutazione dei borghi, nella necessità di nuovi modelli di lavoro e di vita. Ma anche nella necessità di decongestionare le città. In questo contesto fondamentale è la transizione ecologica, anch’essa assunta come una delle priorità assolute. Una transizione ecologica che negli ultimi tempi ha subito un’accelerazione vorticosa dovuta – lasciatemi dire – non ad una spiccata sensibilità ambientale, ma forse per una necessità di risparmio energetico ed economico. Tutti vorremmo che la nostra casa fosse green, che le nostre città fossero green, con zero emissioni. Però dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Come fare? Occorre una vera pianificazione. Le tempistiche sono ristrette rispetto agli obiettivi energetico-climatici e il tempo che abbiamo deve essere utilizzato per poter progettare bene. Ne abbiamo anche l’estrema necessità. Però dobbiamo giocare una partita che è quella della valorizzazione. A volte si è giocata la partita della dismissione nella quale, in effetti, non si gioca.

La partita della valorizzazione è una partita che possiamo giocare e che possiamo vincere con una azione che include aspetti ambientali, sociali ed economici. Questo, in particolare, rispetto alla diffusione di nuovi modelli di ufficio pubblico in cui sarà fondamentale unire sostenibilità, innovazione e sicurezza sotto tutti i punti di vista, anche per il dissesto idrogeologico. Gli immobili demaniali dello Stato sono in condizioni non sempre ottimali. È un patrimonio datato composto da un patrimonio valutato 297 miliardi di euro, di cui 66 miliardi sono un asset ancora non in uso. Di questi ci sono 28 miliardi di metri quadri di terreni, 1.3 miliardi sono in zone urbanizzate e 16 miliardi di metri quadri sono boschivi. È facile rendersi conto che stiamo parlando, a tutti gli effetti, di una Nazione nella Nazione. Una ricchezza all’interno della ricchezza che spesso non viene correttamente utilizzata o che deve essere meglio valorizzata. Oltre alla sostenibilità sociale c’è il tema della sostenibilità economica. Le questioni devono andare di pari passo.

Valorizzare il patrimonio è l’opportunità di un investimento che ha importanti ricadute in ambito economico, da un lato sul PIL e dall’altro anche l’abbattimento del debito pubblico. È una delle operazioni che è possibile fare, tramite la valorizzazione e la re-immissione sul mercato degli asset valorizzati. Azione che sicuramente aumenta la sicurezza nell’immobiliare allargato il quale è sicuramente un settore trainante della nostra Nazione. Lo abbiamo visto anche negli ultimi anni: è uno degli elementi che può in qualche modo fungere da volano per l’aumento del PIL, di cui abbiamo particolarmente bisogno. Da dove partire? Occorrono in primis le competenze, perché per trasformare queste immense ricchezze ne sentiamo la forte necessità. Poi bisogna essere trasparenti, affidabili, accessibili. Bisogna sapere operare mettendo le persone giuste al posto giusto. Occorrono però anche altri strumenti, strumenti di natura finanziaria che contribuiscono anch’essi a creare valore economico e sociale. Abbiamo anche bisogno di lavorare insieme, pubblico e privato. C’è la necessità di guardare con favore ad una corretta collaborazione tra pubblico e privato per realizzare tutte quelle performance:siano esse finanziarie, ambientali e sociali. Occorre una strategia, poi, di tutte le istituzioni e di tutti gli enti che possano essere tra loro messi in rete e collegati. Chiudo rispondendo alla domanda che avevo posto all’inizio. La “Reason Why”, ovvero perché? È fondamentale che il patrimonio pubblico da detrattore ambientale possa diventare un fattore di sviluppo. Abbiamo una ricchezza nella nostra Nazione, una ricchezza che può essere valorizzata tramite strategie all’altezza dei nostri competitor europei. La sicurezza e la stabilità finanziaria sono proprio quello di cui abbiamo bisogno in questo momento. L’Italia ne ha bisogno per trovare un equilibrio tra quelle che sono risorse scarse e bisogni crescenti dei cittadini. Sicurezza e stabilità finanziaria sono anche le premesse per la modernizzazione di questa Nazione. Tutto questo può avvenire, e deve avvenire, solo con il contributo di ciascuno di noi”.

Ha proseguito i lavori Guido Castelli, Commissario per la Ricostruzione post-sisma 2016 che ha fatto presente: “Il decreto Legge sulla ricostruzione, che è stato recentemente convertito dal Parlamento, è stato esplicito nell’aggiungere alle attribuzioni del Commissario straordinario per la ricostruzione pro-tempore anche la funzione della riparazione, che veniva anche invocata dal Sottosegretario Lucia Albano. Ricostruire e ricompaginare il patrimonio immobiliare è ormai acquisizione consumata e perfezionata anche a livello economico; deve sposarsi con la ripresa economica, con la tenuta della coesione sociale e con tutto quello che in qualche misura evoca, per quanto riguarda il rapporto con i beni, la rifunzionalizzazione.

Guido Castelli, Commissario per la Ricostruzione post-sisma 2016

A Sendai, nel 2015, come molti di voi sapranno, sono state fissate le linee guida previste per la ricostruzione. Ricostruzione che impone due grandi linee di indirizzo:una volta che c’è stata una crisi sismica bisogna ricostruire meglio e bisogna in qualche modo sollecitare la comunità a seguire i processi di ricostruzione per evitare di replicare gli errori commessi e per fare in modo che la ricostruzione produca soprattutto un risultato: quello di consentire al patrimonio immobiliare e al consorzio umano di trovarsi meno impreparati”.

Alessandra dal Verme, Direttore dell’Agenzia del Demanio ha tenuto a ricordare che: “L’Agenzia del Demanio ha una missione istituzionale che riguarda il patrimonio immobiliare pubblico da lei gestito. Nell’ambito di questa missione istituzionale, l’Agenzia in questi ultimi anni ha mutato la propria ottica dando centralità all’utenza. Una visione diversa: non abbiamo al centro l’immobile, ma abbiamo al centro chi usa l’immobile, ovvero le amministrazioni utilizzatrici. L’Agenzia provvede innanzitutto alla logistica delle pubbliche amministrazioni centrali.

Alessandra dal Verme, Direttore dell’Agenzia del Demanio

Il secondo tema, oltre alla centralità dell’utenza, sono i territori dove i cittadini vivono e in cui insistono i nostri beni. Un immobile pubblico non possiamo pensare di rigenerarlo senza pensare al territorio che lo ospita, al fabbisogno di quel territorio. Bisogna chiedersi quali sono le esigenze, ma anche quali sono le decisioni politiche su quel territorio, cosa si decide di fare su quel territorio. Quindi l’immobile non può che essere inquadrato in un territorio al servizio dei cittadini, della collettività. Questo è un aspetto che fa cambiare la prospettiva di intervento sull’immobile. È necessario rifunzionalizzarlo e valorizzarlo; ma come? Bisogna rifunzionalizzarlo in un’ottica di territorio, in un’ottica di rigenerazione Di rigenerazione è stato detto molto: economica, sociale, culturale. L’Agenzia ha lavorato molto ultimamente con l’architetto Botta e vorrei citarlo perché mi ha veramente colpito il suo modo di prospettare la sua attività sull’immobile pubblico: mi ha ricordato che l’intervento su un immobile deve riportare al contesto la memoria, i valori della memoria. I valori del passato, di quello che è stata l’Europa, di quello che è stato il nostro Paese. Questo in particolar modo quando gli immobili sono immobili, storici, vincolati. L’Agenzia del Demanio ha un grande patrimonio di beni vincolati e abbiamo il compito importante di riportare alla memoria i valori di quella che è stata la grandezza del nostro Paese e dell’Europa. Questo lo dobbiamo fare cogliendo l’opportunità del futuro”.

Paolo Crisafi Presidente Nazionale Remind

Nella parte conclusiva del workshop è intervenuto Paolo Crisafi Presidente Nazionale Remind che ha così commentato: “Il patrimonio pubblico è una risorsa di straordinaria importanza per la vita della nostra Nazione. Infatti esso oltre a costituire un elemento fondamentale ai fini economico-finanziari, presenta ampie ricadute sulla vita di tutti i cittadini. Si pensi ad esempio alla necessità di una completa valorizzazione del patrimonio sia come leva per gli impatti energetico-ambientali sia come strumento per l’attivazione di interventi di trasformazione urbana, di realizzazione di nuove opere e implementazione di politiche capillari di sviluppo del territorio.

Le “R” dell’Immobiliare Pubblico promosse dall’Agenzia del Demanio, con la prestigiosa guida del suo Direttore Alessandra Dal Verme, riassumono perfettamente il percorso tracciato dal Sottosegretario al Mef Lucia Albano: curare il patrimonio dello Stato creando valore per la collettività e generando impatti positivi per l’economia dello Stato a partire dall’immobile come elemento in grado di cambiare il volto delle città e lo stile di vita delle persone. E specie nei territori più fragili e’ fondamentale l’azione di ricostruzione portata avanti dal Commissario Guido Castelli. Piano di sviluppo sostenibile e messa in sicurezza della Nazione in una visione che coincide perfettamente con le ambizioni e le prospettive del comparto immobiliare allargato – rappresentato da Remind – il quale incentiva le sinergie tra istituzioni nazionali, locali e internazionali insieme alle buone pratiche dei settori produttivi all’interno di un costante dialogo che mette al centro il benessere delle persone nei luoghi, spazi e territori in cui vivono, operano e transitano.”

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -