Def. Via libera del Cdm. Debito al 140,4% nel 2026, il Superbonus rallenta il calo. Deficit al 4,5% nel 2022, sotto il 3% nel 2026

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AgenPress – Nel Documento di economia e finanza si stima una crescita dell’1% del Pil italiano e un deficit al 4,5%, rispetto a uno scenario tendenziale che vede il Prodotto interno lordo allo 0,9% e l’indebitamento al 4,35%. Il ministero dell’Economia parla di un quadro economico-finanziario che rimane incerto e rischioso“. “Con il dato tendenziale di una crescita all’1% nel 2022, resterebbero circa tre miliardi di euro in più di quanto ci si aspettava, che saranno destinati al sostegno dell’impresa e delle famiglie, soprattutto al taglio del cuneo contributivo”, ha evidenziato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Nel Documento di economia e finanza si stima una crescita dell’1% del Pil e un deficit al 4,5%, rispetto a uno scenario tendenziale che vede il Pil allo 0,9% e il deficit al 4,35%. Lo riferiscono fonti del ministero dell’Economia. Per il 2024 il Prodotto interno lordo, sempre nel quadro programmatico, sarà previsto a +1,4% e l’indebitamento si attesterà “oltre il 3%”. Inoltre il debito proseguirà nei prossimi anni un percorso di lenta riduzione fino ad attestarsi “nel 2025 al 140,9%”.

Nonostante l’allentamento negli ultimi tempi degli effetti negativi derivanti dalla pandemia e dal caro energia, il quadro economico rimane incerto “a causa della guerra in Ucraina, di tensioni geopolitiche elevate, del rialzo dei tassi di interesse ma anche per l’affiorare di localizzate crisi nel sistema bancario e finanziario internazionale”.

Nel 2022 il rapporto debito/Pil è risultato pari al 144,4%, 1,3 punti percentuali inferiore rispetto alla previsione del Dpb di novembre. Lo evidenzia il Mef. “Una diminuzione che, coerentemente agli obiettivi indicati nello scenario programmatico continuerà progressivamente nel 2023 al 142,1%, nel 2024 al 141,4, fino a raggiungere il 140,4% nel 2026. Tuttavia non possono essere ignorati gli effetti di riduzione del rapporto debito/Pil che si sarebbero potuti registrare, se il Superbonus non avesse avuto gli impatti sui saldi finora registrati”.

Il Def punta a ridurre gradualmente, ma in misura rilevante e sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della Pubblica amministrazione in rapporto al Pil. “Coerentemente con questo obiettivo, il governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto presenti nel documento dello scorso novembre”, evidenzia ancora il ministero in una nota sul Def, indicando gli obiettivi sul deficit contenuti nel Def: “4,5% nel 2023, 3,7 nel 2024, 3,0 nel 2025, fino al 2,5 nel 2026”.

Nello scenario tendenziale a legislazione vigente contenuto nel Def, il Pil è previsto crescere dello 0,9% nel 2023 (all’1% nel quadro programmatico). Il Prodotto interno lordo tendenziale per il 2024 è invece dell’1,4% (1,5% programmatico), dell’1,3% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026 (stesse percentuali nel programmatico). Il dato relativo al 2023, si precisa, è rivisto al rialzo in confronto al Dpb di novembre, in cui la crescita del 2023 era fissata allo 0,6%.

Nel 2024 lo spazio di manovra aperto dalle stime del Def è pari a circa 4 miliardi.  “Per il 2024, le proiezioni di finanza pubblica mostrano che, dato un deficit tendenziale del 3,5%, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7% del Pil creerà uno spazio di bilancio di circa 0,2 punti di Pil, che sarà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette politiche invariate a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente”.

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