AgenPress – “La maggior parte dei Paesi europei, tranne alcuni piccoli, ha deciso di usufruire soltanto della parte a fondo perduto ma non di prestiti, l’Italia ha deciso di prendere tutto. Era ed è una scelta discutibile”.
Lo dice l’economista Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia nel governo Conte I intervistato da ‘La Prealpina’.
Sul Pnrr “l’Italia avrebbe dovuto essere più prudente, all’inizio, e ora dovrebbe andare nella direzione di rinegoziare con la Commissione Europea una rimodulazione del Piano e della tempistica”.
L’Italia ha avuto nel pacchetto di questi fondi europei la quota maggiore, circa 200 miliardi di euro, ma non doveva “per forza prenderli”. Allora il Piano non era ancora pronto ma “fin dall’inizio era chiaro che era quasi impossibile spendere tutti questi soldi in modo corretto, in modo veramente utile, su progetti seri e ben coordinati”.
Ora, per l’economista “la questione centrale è di contrattare , negoziare con la Commissione una rimodulazione del Piano in modo di cercare di rinunciare ai progetti non fattibili nei tempi previsti, o perché magari sono progetti non più utili, per fare altri investimenti. Bisogna rinegoziare la tempistica, per poter fare investimenti in tempi più lunghi e per fare meglio i progetti”. Perché l’esperimento riesca ancora, per Tria, “bisogna mettere in campo tutti gli sforzi possibili per evitare di danneggiare l’idea di un’Europa pronta a unirsi in debito comune per fare investimenti”.