Violenza ultras, Ferrigni (sociologo): “Il pallone, il calcio, è il pretesto per aggredire, per delinquere”

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AgenPress. Nicola Ferrigni, sociologo, è intervenuto nella trasmissione “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli in onda su Cusano Italia Tv

Come è cambiato il tifo negli anni, perché ci sono cori razzisti?

“Non sono d’accordo su quella definizione di Winston Churchill che diceva che gli italiani andassero allo stadio come se andassero in guerra e andassero in guerra come se andassero allo stadio. Andando a ripercorrere la storia degli ultras in Italia, io personalmente ho scritto un libro con l’attuale questore di Verona e il titolo è “C’erano una volta gli ultras” ed è un libro scritto a posteriori dove gli incidenti si erano azzerati negli ultimi dieci anni, questo è avvenuto in seguito al 2007 che è l’anno zero. Da lì una normativa importante finalizzata a creare una cultura dello stadio diversa che crea uno spartiacque rispetto al passato per cui gli incidenti sono azzerati. Il problema inizia a spostare il suo baricentro da dentro a fuori lo stadio. È vero pure che il fenomeno del tifo violento non riguarda solo l’Italia, vorrei sfatare questo mito del metodo Thatcher. Se andiamo a guardare i criteri annuali, se guardiamo i dati gli scontri dentro lo stadio sono 80-70 l’anno. Non è un fenomeno così tanto italiano, se fosse un problema antropologico solo dello stivale dovremmo prendere per buone alcune spiegazioni in materia.

È vero pure che il pallone, il calcio, è il pretesto per aggredire, per delinquere. Questo tribalismo è vero che riguarda una minoranza. Ricorderete le barriere allo stadio Olimpico, ecco, in quel caso c’è una maggioranza silenziosa che sotto sta alla minoranza rumorosa. Se sono 750000 i posti, non ne possono entrare il doppio: e qui c’è il punto centrale dell’importanza delle infrastrutture”

“La condotta criminale può dipendere da svariate motivazioni e essere spia di patologie sociali, marginalizzazioni sociali. Le Bon asseriva che ciò che più colpisce in una massa psicologica è che gli individui che la compongono attribuiscono una sorte di anima collettiva, cioè la massa psicologica è una creatura provvisoria composta di elementi eterogenei saldati insieme per un istante. Non solo c’è un’esplosione di violenza ma anche una frattura del rapporto fiduciario tra cittadino e Stato, quella forma di ribellione verbale e fisica è una forma di lotta contro lo Stato con il pretesto del calcio. Nel momento in cui il rapporto tra cittadino e stato è minato è facile che in contesti sociali più modesti lo scontro sia dietro l’angolo. Pensiamo anche ai social e quanta cattiveria c’è. C’è tanta cattiveria ed è prossimo il passo da una violenza verbale a una in piazza”

Perché c’è questa deriva razzista religiosa?

“Perché nei momenti di grosse crisi c’è sempre la posizione diversa dal noi. La dinamica in-group e out-group è uno schema per indirizzare la violenza quindi è molto facile. Anche di fronte a un quadro si crea io verso te, in un gioco di squadra si crea la dinamica del noi contro loro. C’è la persona che è diversa da me, ma questo si ha quando la coesione sociale è molto bassa”

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