Agenpress – “Angelo Borrelli e Giuseppe Conte la smettano con il metodo carota e bastone, e ora dicano tutta la verità agli italiani circa il purgatorio che li attende. Rimpiango a dovere i tempi eroici di Guido Bertolaso”.
Lo afferma Maurizio Scandurra, giornalista e saggista cattolico, alla luce delle dichiarazioni del Capo della Protezione Civile di questa mattina per cui è possibile uno slittamento a maggio, presumibilmente dopo il 16 di quel mese, dell’inizio della cosiddetta fase due per la graduale riapertura dell’Italia “mentre passano del tutto inascoltati a livello centrale gli appelli al buonsenso lanciati da Matteo Renzi, Flavio Briatore nonché da stimati medici non virologi, ma altrettanto o ben più autorevoli, come lo psichiatra Alessandro Meluzzi”.
Per poi proseguire: “Il Paese è stanco di continue prese in giro, di rimandi mai rispettati che minano profondamente la tenuta psicologica individuale e di massa, oltre che economica, fronte su cui è già scattato da tempo l’allarme rosso. E’ qui che Premier e Capo della Protezione Civile insistono nel fare orecchie da mercante. A Roma è tutto chiaro sin dal 30 gennaio scorso, parola di Gazzetta Ufficiale. Quindi, poche balle. E lo testimonia appiano la marcia delle novità sui prolungamenti delle misure restrittive diffusi con certosina precisione ogni 15 giorni”.
Ma c’è di più. “Già nel Decreto Legislativo 18 del 17 marzo scorso si leggeva che i capi degli uffici giudiziari potevano disporre rinvii d’ufficio per tutte le udienze comprese tra il 9 marzo e il 15 aprile sin dopo tale termine. E, altresì, di adottare misure organizzative che pure consentivano il rimando dei processi anche oltre la data del prossimo 30 giugno. Persino la Conferenza Episcopale Italiana e Papa Francesco avevano disposto lo stop alle funzioni del periodo pasquale sin dai primi di marzo. Quindi, di che cosa parliamo?”, si domanda giustamente Scandurra, portavoce e interprete anche del pensiero di una buona parte del Paese.
“La verità, per quanto amara, va vomitata subito sul banco, evitando finzioni e strategie che finiscono soltanto con l’alimentare negativamente la già reiterata sfiducia che il popolo nutre nei confronti di istituzioni sempre più allo sbando e per nulla più credibili. Specialmente nei momenti di crisi – conclude il giornalista – impedendo di fatto a ciascun italiano una corretta pianificazione del domani anche sul versante della gestione e investimento di energie mentali proprie, idem per le risorse economiche”.