Roma. In fiamme 22 scuolabus su via Ostiense e 16 auto in un parcheggio delle Poste. Matrice anarchica

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AgenPress – Sedici auto di Poste Italiane date alle fiamme nel cuore della notte a Colle Aniene. A distanza di poche ore dal rogo di viale Palmiro Togliatti è arrivata la rivendicazione degli anarchici, con un comunicato pubblicato sui blog di area. “Salutiamo il 150esimo giorno di sciopero della fame del nostro fratello e compagno Alfredo Cospito regalandoci la gioia di attaccare con il fuoco le infrastrutture dello stato Italiano, nello specifico abbiamo incendiato 16 macchine di proprietà delle Poste Italiane”.
Nessuna persona è rimasta ferita, ma anche per questa vicenda – in assenza sin qui di rivendicazioni – la pista battuta dagli inquirenti è quella dell’atto dimostrativo degli anarchici. Per due ragioni principali: Poste italiane rappresenta da sempre un obiettivo chiave per quel mondo, e proprio il parcheggio di viale Togliatti era già stato preso di mira da un attentato incendiario anarchico nell’aprile 2017.
Non è primo episodio simile avvenuto quest’anno: a fine gennaio erano stati dati alle fiamme alcuni veicoli parcheggiati nella sede Telecom di via Val di Lanzo, zona Conca d’Oro. In quel caso l’atto era stato rivendicato dagli anarchici, in protesta contro il regime del 41 bis in cui è detenuto Alfredo Cospito. L’atto era stato poi rivendicato.

“Grazie ai roghi che hanno incendiato l’inizio del nuovo anno, che ci hanno ispirato e incoraggiato, la notte del 22 Gennaio abbiamo posizionato materiale infiammabile e dato fuoco agli inneschi contro 3 veicoli di PosteItaliane, Italgas e EnjoyEni”, avevano scritto gli anarchici sul loro portale. “Quest’azione vuole rispondere con ardore alla chiamata internazionale di mobilitazione per i prigionieri anarchici e rivoluzionari – avevano aggiunto – gli attacchi che negli ultimi mesi hanno incendiato la rivolta e dato forza alle rivendicazioni anarchiche in tutto il mondo, hanno dimostrato come la conflittualità non si sia spenta e come ad ogni latitudine del globo ci sia qualcun disposto a mettersi in gioco per colpire lo Stato ed i suoi collaboratori”.

Secondo Il Messaggero, non vi sarebbero dubbi sulla matrice dolosa dell’incendio. Sebbene non sia ancora giunta alcuna rivendicazione, riferisce il quotidiano romano, l’ipotesi più accreditata al momento dagli inquirenti sarebbe quella dell’attentato di matrice anarchica, anche se non si escludono le piste del racket o del gesto intimidatorio per un regolamento di conti. Soltanto a gennaio, ricorda Il Messaggero, in zona Conca d’Oro è stato colpito con modalità simili un parcheggio di veicoli di Telecom Italia (tre veicoli distrutti e due seriamente danneggiati). Allora l’attentato fu rivendicato nel giro di poche ore dagli anarchici con alcune scritte sui muri che inneggiavano all’abolizione del regime del 41 bis, al quale si trova detenuto tra gli altri anche l’attivista anarchico Alfredo Cospito.

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