“Grazie ai roghi che hanno incendiato l’inizio del nuovo anno, che ci hanno ispirato e incoraggiato, la notte del 22 Gennaio abbiamo posizionato materiale infiammabile e dato fuoco agli inneschi contro 3 veicoli di PosteItaliane, Italgas e EnjoyEni”, avevano scritto gli anarchici sul loro portale. “Quest’azione vuole rispondere con ardore alla chiamata internazionale di mobilitazione per i prigionieri anarchici e rivoluzionari – avevano aggiunto – gli attacchi che negli ultimi mesi hanno incendiato la rivolta e dato forza alle rivendicazioni anarchiche in tutto il mondo, hanno dimostrato come la conflittualità non si sia spenta e come ad ogni latitudine del globo ci sia qualcun disposto a mettersi in gioco per colpire lo Stato ed i suoi collaboratori”.
Secondo Il Messaggero, non vi sarebbero dubbi sulla matrice dolosa dell’incendio. Sebbene non sia ancora giunta alcuna rivendicazione, riferisce il quotidiano romano, l’ipotesi più accreditata al momento dagli inquirenti sarebbe quella dell’attentato di matrice anarchica, anche se non si escludono le piste del racket o del gesto intimidatorio per un regolamento di conti. Soltanto a gennaio, ricorda Il Messaggero, in zona Conca d’Oro è stato colpito con modalità simili un parcheggio di veicoli di Telecom Italia (tre veicoli distrutti e due seriamente danneggiati). Allora l’attentato fu rivendicato nel giro di poche ore dagli anarchici con alcune scritte sui muri che inneggiavano all’abolizione del regime del 41 bis, al quale si trova detenuto tra gli altri anche l’attivista anarchico Alfredo Cospito.