AgenPress. Dolores Bevilacqua, senatrice Movimento 5 Stelle, è intervenuta nella trasmissione “Nautilus” condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta in onda su Cusano News 7.
Riguardo il reddito di cittadinanza. ”Io forse do una notizia: in realtà la ministra Calderone a febbraio ha dichiarato che tutto quello che riguardava l’introduzione di formazione era già previsto dal RDC ma non ha funzionato per dei ritardi. È una chiara ammissione che il RDC fosse stato boicottato dalle 15 regioni a trazione della maggioranza. La ministra ha ammesso che l’avvio alle politiche del lavoro era già avviata. Il governo Conte 2 aveva stanziato 1 miliardo per i centri dell’impiego. In Italia c’erano appena 8mila operatori. Il governo Conte aveva stanziato 1 miliardo per intervenire in maniera forte per i centri dell’impiego prendendo 11 mila 600 nuovi operatori. Solo 4 mila a ottobre erano stati incrementati. Gli intervistati pagano la narrazione del governo Meloni. Tutti quelli del reddito di cittadinanza, chiamati furbetti, sono solo il 3%.
Si è mai pensato di eliminare la pensione di invalidità perché ci sono falsi invalidi? No. Mi chiedo perché si pensi del RDC. Io suggerisco di cambiare il nome di Mia in Mea, Misura di esclusione attiva. Si escludono i poveri. I paletti della fantomatica occupabilità dei lavoratori è da dimostrare.
Se un giovane di 25 anni con un ISEE di 7 mila euro, se vive da solo, e quindi comunque avrebbe diritto di accedere alla Mia, non lo può fare perché è ritenuto occupabile. Però se quello stesso giovane, sempre con un ISEE di 7 mila euro, vive con un padre di 60 anni, improvvisamente non è più occupabile e quindi ha diritto alla Mia. C’è qualcosa che non torna.
Ribadisco un concetto: ho chiesto il principio dell’occupabilità, come fa a variare con ISEE di 7mila euro lo stesso giovane che fa parte di una famiglia con un papà 60enne e automaticamente non è occupabile? Non vedo riforme congrue del Mia. Noi abbiamo inserito nel RDC incentivi anche alle aziende, con un incentivo del 20% del RDC che sarebbe andato all’agenzia che avrebbe favorito l’incontro tra domanda e offerta per il lavoro. Probabilmente il problema è che il lavoro non c’è. Non è dignitoso chiedere ad una famiglia di sostentarsi con un reddito al di sotto della povertà. Il RDC è andato a famiglie che lavorano ma che non riescono a sostenersi. La lotta per il salario minimo, altro tema. La Meloni guardasse in faccia i 4 milioni di lavoratori poveri e vada a dire a loro che il salario minimo è uno specchietto per le allodole. Il salario minimo è uno strumento che dà forza alla contrattazione collettiva”.
Ci sono percettori di reddito che hanno il titolo di terza media. “In Italia c’è carenza di lavoro: di fatto non ci sono state politiche attive di lavoro, che significa creare domande di incrocio tra domanda e offerta. E questo non si può fare perché i centri dell’impiego non funzionano.
La riforma del reddito di cittadinanza non è stata attuata per il ritardo delle 15 regioni governate dal centro destra. Il salario minimo è previsto come tutela ed è rafforzativo della contrattazione collettiva. È fondamentale l’utilizzo di un salario minimo. In Germania il salario minimo ha dato forza alla contrattazione collettiva”.