AgenPress. Paola Mancini, senatrice Fratelli d’Italia, è intervenuta nella trasmissione “Nautilus” condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta in onda su Cusano News 7.
Riguardo il reddito di cittadinanza. “Ci si chiede perché si vuole modificare il RDC. Perché non ha avuto la funzione per cui era nato: l’obiettivo era creare occupazione e contrastare forme di disuguaglianza, è stato un fallimento totale. Al di là delle colpe dei centri dell’impiego, è stato un fallimento. Ritengo come esponente del mio partito che non sia lo strumento adeguato perché non si può considerare alla stessa stregua chi può lavorare e chi non può. Così abbiamo visto che non funziona. Ci deve essere incontro tra domanda e offerta. È necessario che il Mia possa affiancare efficaci interventi che possano qualificare efficacemente il lavoratore. La formazione deve essere perpetua. Il sistema del lavoro è cambiato ed è necessario che la flessibilità sia uno strumento di crescita: questo si può far attraverso la riqualificazione. Voglio sottolineare che qualsiasi lavoro è dignitoso.
Qui si parla di qualcosa che non è ancora effettiva e a noi sottoposta nei minimi termini. Stiamo parlando di qualcosa di non operativo quando quello che c’è è fallito. Ci sono comparti nei quali manca la professionalità, i percettori di sussidi devono essere riqualificati. Ci sono comparti che necessitano di lavoratori, non è vero che manca il lavoro.
La riqualificazione non vuol dire che uno deve avere alta formazione. La formazione serve anche per fare l’agricoltore. La formazione non vuol dire alta professionalità: vuol dire che l’operatore sia adeguato per quel lavoro. Sostenere che l’Italia non necessita di lavoratori significa mentire.
In Italia non c’è carenza di lavoro. “Basta guardare gli ultimi 10 anni. I governi precedenti non sono stati in grado di far partire centri per l’impiego. Non ci sono solo i centri per l’impiego che possono mettere in contatto domanda e offerta. Non riesco a capire perché non si voglia ammettere che sia stato un fallimento e che si deva trovare un’altra soluzione. Non è vero che non c’è lavoro in Italia.
Dico solo che è evidente che il RDC sia stato un fallimento e quindi come tale strumento va modificato perché non è stato uno strumento per colmare la povertà. Non facciamolo apparire quello che non è. Per quanto riguarda il salario minimo non sono favorevole. Quello che è necessario fare è continuare sulla contrattazione collettiva, anche il nostro articolo 36 parla di dignità di salario”