AgenPress. Ho incontrato Raffaele Fitto, e non è per me una novità, conoscendoci da trentatré anni, ossia da quando ci presentò il nostro maestro e leader di allora, Carlo Donat Cattin.
La novità è che stavolta ci siamo incontrati nelle rispettive vesti istituzionali, lui di ministro della coesione, io di deputato del collegio di Avellino, ruolo che torno ad occupare dopo una interruzione di ventisette anni, e che intendo onorare al massimo delle mie possibilità, come è giusto che sia nel tratto conclusivo di un lungo tirocinio istituzionale.
Abbiamo parlato molto di Irpinia, e ho confessato a Raffaele – proprio come si fa tra vecchi amici – la difficoltà di una terra nostalgica di una irripetibile ‘grandeur’, e afflitta da una condizione di marginalità tremendamente aggravatasi negli ultimi anni.
Abbiamo convenuto di concentrare ogni energia su progetti grandi e produttivi, senza sciupare risorse in una serie disordinata di interventi localistici o peggio ancora clientelari.
Ci siamo soffermati molto sulla valle dell’Ufita, dove si concentrano potenzialità impattanti sulle sorti dell’intera provincia: la salvezza e il rilancio dell’industria italiana autobus, l’alta velocità, l’alta capacità e alcune proposte di insediamenti nuovi e di grande valore economico e occupazionale.
Ho tanto incuriosito il valoroso ministro, da ricevere spontaneamente la sua disponibilità a venirci a trovare in Irpinia, dopo la pausa pasquale.
In coerenza col carattere civico che mi piace imprimere al mio mandato parlamentare, proporrò un incontro istituzionale con tutti i colleghi eletti in Irpinia, i consiglieri regionali e i sindaci. Bisogna lavorare assieme perché l’Irpinia va sottratta alla cultura della rissa e del declino.