Auser aderisce alla campagna di Patrocinio Politico dei condannati a morte in Iran

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L’associazione “adotterà” prigionieri politici per impedire la loro esecuzione e ottenerne la liberazione


AgenPress. 81 parlamentari di diversi partiti coordinati dall’on Lia Quartapelle hanno presentato questa mattina alla Camera dei Deputati in una Conferenza Stampa, l’iniziativa di Patrocinio Politico dei condannati a morte in Iran, insieme a due deputati tedeschi che in Germania portano avanti la stessa iniziativa. Alla campagna ha aderito anche l’Auser  insieme ad Arci, Anci e Ande. Per Auser era presente alla Conferenza Stampa Fabrizio Dacrema, responsabile nazionale di Auser Cultura.

Il Patrocinio Politico è  una delle forme di sostegno alle proteste iraniane  contro la feroce repressione che sta colpendo chi scende in strada per protestare. Dal 16 settembre in Iran, le proteste seguite al femminicidio di Stato di Jina Mahsa Amini si sono allargate a macchia d’olio coinvolgendo prima le donne e le minoranze etniche del Paese e poi gli studenti e i lavoratori delle aree a maggioranza persiana. Una rivolta popolare contro il regime autocratico per l’autodeterminazione delle donne e per le libertà civili, sociali e politiche. La Repubblica islamica  continua a rifiutare ogni apertura e risponde alla rivolta in corso con una atroce repressione: circa 500 vittime tra i manifestanti, 18 mila gli arresti, 2 le condanne a morte finora eseguite.

È stata inoltre varata una norma a favore dell’applicazione della pena di morte in caso di sentenza di condanna per gravi crimini contro lo Stato. In applicazione della legge, da novembre la magistratura ha proceduto a emettere 17 condanne capitali: giovani donne e uomini saranno messi a morte per la sola colpa di aver lottato per la libertà.

“Colpisce positivamente il grande protagonismo e l’attivismo  dei giovani iraniani nella rivolta – ha sottolineato Fabrizio Dacrema di Auser Nazionale –  da un lato questo rende ancora più atroce la  loro detenzione, ma grazie a questi ragazze e ragazzi le cose cambieranno in profondità, si è avviato un processo irreversibile verso la libertà e la caduta di un regime violento e teocratico. La lotta per la libertà delle donne – ha concluso – è la lotta per libertà di tutti”.

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