AgenPress. “In Turchia i terremoti hanno colpito una popolazione stimata di circa 13,5 milioni di persone in 10 province, di cui più di un terzo è rappresentato da bambini. In Siria centinaia di edifici sono stati danneggiati o distrutti e centinaia di famiglie sono ancora intrappolate. Migliaia di bambini e famiglie sono ancora a rischio.
I nostri colleghi sul campo ci riportano un senso di panico, soprattutto per i bambini. I bambini sono dovuti fuggire dalle loro case nelle prime ore del mattino, mentre fuori era ancora buio, e ora molte famiglie rimangono fuori nelle strade e nelle aree esterne. Le famiglie con bambini dormono per strada, nei centri commerciali, nelle scuole, nelle moschee, nelle stazioni degli autobus e sotto i ponti e/o restano con i loro figli in aree aperte per paura di tornare a casa. Molte scuole e università sono chiuse e vengono utilizzate come rifugi per le famiglie troppo spaventate per tornare nelle loro case in caso di ulteriori scosse. Le scuole in Turchia e in alcune parti della Siria sono state chiuse per almeno la prossima settimana, e molte scuole ospitano temporaneamente bambini e famiglie sfollate. In Siria, ad esempio, centinaia di scuole sono state danneggiate. Solo ad Aleppo, almeno quattro scuole sono state completamente distrutte e sono troppo pericolanti per essere utilizzate.
Per molti bambini, questo terrore potrebbe essere un doloroso ricordo di precedenti esperienze di fuga dalle proprie case a causa del conflitto. I bambini e le famiglie sfollate sono maggiormente a rischio di incontrare ordigni inesplosi, soprattutto durante gli spostamenti. Si stima che un terzo della regione sia contaminato da mine e altri ordigni inesplosi; si prevede quindi che il terremoto costringerà le persone a spostarsi su terreni contaminati, facendole entrare in contatto con esplosivi e mine.
Migliaia di famiglie sono esposte alle intemperie in un periodo dell’anno in cui le temperature scendono regolarmente sotto lo zero e la neve e la pioggia gelata sono frequenti.
In Siria, l’UNICEF sta intensificando l’assistenza umanitaria ai bambini e alle famiglie colpite, in coordinamento con i partner, mentre valuta l’impatto dei terremoti. Uno degli obiettivi immediati è garantire ai bambini e alle famiglie colpite l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, fondamentali per prevenire le malattie nei primi giorni di crisi. Un’altra priorità è la protezione dei bambini; questo include il lavoro per identificare i bambini separati e non accompagnati e lavorare per riunirli con la famiglia, oltre a fornire ai bambini un supporto psicosociale. Garantire ai bambini vulnerabili l’accesso all’alimentazione e all’istruzione è un’altra priorità fondamentale, che comprende la valutazione dei danni alle scuole e l’eventuale utilizzo di queste ultime come rifugi.
In Turchia, l’UNICEF si sta coordinando con il governo del Paese e con la Presidenza per la gestione dei disastri e delle emergenze sui bisogni emergenti legati alla più ampia risposta umanitaria, come indumenti invernali per bambini, kit igienici per neonati e madri, kit igienici per famiglie e coperte. La nostra priorità immediata è garantire che i bambini e le famiglie colpite ricevano il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno”.
Dichiarazione di Andrea Iacomini, Portavoce dell’UNICEF Italia