AgenPress. Gli ultimi dati dell’Istat sui fenomeni migratori interessano sia la mobilità interna che le migrazioni dall’estero, in calo gli espatri
La regione del Mezzogiorno da cui si parte di più è la Campania (30% delle cancellazioni dal Mezzogiorno), seguita da Sicilia (23%) e Puglia (18%). “In termini relativi, rispetto alla popolazione residente, il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Calabria (circa otto residenti per 1.000). Tassi sopra il 6‰ si registrano per Basilicata e Molise. La regione verso cui si dirigono prevalentemente questi flussi è, in termini assoluti, la Lombardia (28%) ma, in termini relativi, l’Emilia-Romagna è quella che li attrae di più (quattro trasferimenti dal Mezzogiorno per 1.000 residenti)”.
Nel 2021 cresce la mobilità interna e sono in aumento anche le immigrazioni, mentre diminuiscono le emigrazioni soprattutto dei cittadini italiani (94mila; -22%). Ed ha un’età compresa tra 25 e 34 anni un emigrato italiano su tre: in totale 31mila di cui oltre 14mila hanno una laurea o un titolo superiore alla laurea.
Sono -21% i giovani laureati espatriati rispetto all’anno della pandemia Quattro mila in meno.
Sempre secondo i dati Istat sono più di mezzo milione i residenti persi dal Mezzogiorno nel decennio 2012-2021 e sono circa 1 milione 138mila i movimenti in uscita dal Sud e dalle Isole verso il Centro-nord, circa 613mila sulla rotta inversa.
Con +40% sono le immigrazioni dei cittadini stranieri provenienti dall’Africa e dall’Asia.
Nei 10 anni 2012-2021 sono stati pari a circa 1 milione 138mila i movimenti in uscita dal Sud e dalle Isole verso il Centro-nord. Il bilancio tra uscite ed entrate si è tradotto in una perdita netta di 525mila residenti per il Mezzogiorno.
Ammontano a circa 112mila i trasferimenti dai comuni meridionali verso quelli settentrionali, in lieve aumento (+3%) rispetto al 2020, ma in deciso calo (-17%) rispetto al periodo pre-pandemico.