AgenPress – “Mi auguro di essere convocato e di poter verbalizzare. E’ una cosa che chiedo da tantissimo tempo con l’avvocato Laura Sgrò. Voglio andarci con i piedi di piombo. Sono disponibile e spero di essere ascoltato quanto prima perché nel tempo avrei voluto parlare con loro per i tanti elementi emersi in questi ultimi anni, trovati con l’avvocato Sgrò”.
A dirlo è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a Rainews24 dopo la riapertura delle indagini sulla scomparsa della ragazza che allora aveva 15 anni
“Da tantissimi anni chiediamo una collaborazione per arrivare a una soluzione finale. Che vengono aperte le indagini è una cosa molto positiva, finalmente forse ci potrà essere una collaborazione tra lo stato italiano e lo stato vaticano visto che, poco tempo fa, è stata fatta una proposta per aprire un’inchiesta parlamentare”.
“Ci sono cose importanti come i messaggi whatsapp del 2014 che mi sono arrivati tra due persone molto vicine a papa Francesco che parlano di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela”, ha aggiunto augurandosi “si possa arrivare a una soluzione. La verità c’è, sta da qualche parte sta e molte persone la conoscono”. Secondo Orlandi, grazie al documentario di Netflix “Vatican girl” “ora anche al di fuori dell’Italia sanno quello che è successo in questi 40 anni”.
“Forse ci si è resi conto che è una storia che nessuno riuscirà mai a nascondere fino alla fine. Prima o poi si dovrà per forza di cose arrivare a una soluzione. Ne sono convinto”.
“In Vaticano ci sono persone a conoscenza di tutto, ci sono situazioni mai volutamente approfondite. Forse per la prima volta il Vaticano ha deciso di mettere un punto chiave, di arrivare a una soluzione”.