AgenPress – “Tutte le tenebre del mondo non possono spegnere la fiamma di una candela dove quella fiamma è una speranza, è la nostra capacità di credere che ciascuno di noi, nel gesto più piccolo o grande, può fare la differenza. E’ un insegnamento straordinario, oggi abbiamo bisogno di quella piccola luce e speranza. Io provo così ogni giorno a vivere il mio incarico, cercando di fare quello che delle volte sembra che ‘non riusciremo, falliremo..’. Invece, bisogna continuare a credere che si possa riuscire”. Così la premier Giorgia Meloni alla cerimonia per la festa ebraica Hannukkah, in corso al museo ebraico di Roma.
E’ la festività ebraica conosciuta anche con il nome di Festa delle luci e cade di solito proprio intorno a Natale (che gli ebrei non festeggiano), nel periodo più buio dell’anno. L’ora dell’accensione è quella del tramonto. Dura 8 giorni e in questo 2022 inizia il 18 dicembre per finire il 26. Funziona così: si mettono delle candele su un candelabro da nove bracci. Il primo giorno si accende una candela più quella centrale, il secondo giorno tre (due più quella centrale), e via così per arrivare a nove. Secondo tradizione sarebbe importante che le luci potessero essere viste da fuori.
“Il viaggio in Israele non è calendarizzato ma sarà uno dei prossimi viaggi che farò, speriamo nei primi mesi del prossimo anno”, ha detto la premier accolta, per la prima volta da premier, nel museo ebraico di Roma. Non nasconde qualche lacrima, rivela che conta di andare in Israele nei primi mesi del 2023 e rende omaggio agli ebrei per il loro coraggio e resilienza. Tanto da sentirli “parte fondamentale dell’identità italiana”.
“Grazie per l’invito e per queste parole.. noi femmine ogni tanto facciamo questa cosa un po’ così.. di essere troppo sensibili, noi mamme in particolare”.
Valori che la presidente del Consiglio rimarca senza dimenticare difficoltà e atrocità subite nei secoli, “compresa l’ignominia delle leggi razziali, per quanto ci riguarda”. Nel giro di pochi giorni la leader prende di nuovo le distanze dall’antisemitismo, e implicitamente dal fascismo.