AgenPress – Nei confronti del Cda della cooperativa Karibu, riferibile ai familiari di Aboubakar Soumahoro, la procura di Latina ha applicato la misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare, per un anno, con la pubblica amministrazione e di esercitare per lo stesso periodo imprese e uffici direttivi di persone giuridiche.
E’ stato poi applicato il sequestro preventivo “del profitto del reato” per oltre 639mila euro nei confronti di un indagato e di oltre 13mila nei confronti di altri due indagati. Il riferimento è a reati tributari: fatture “per operazioni inesistenti” tra il 2015 e il 2019.
Il comune di Roma ha versato in nove anni fino a 3 milioni di euro alla cooperativa Karibu. Ma poi ha scoperto che non era in regola. Lo riporta l’edizione romana di Repubblica, che parla di quello che è emerso nel dibattito in Commissione Trasparenza in Campidoglio. E della “scoperta” di un’irregolarità alla base dello stop ai pagamenti. La dirigente Angelina Di Prinzio e l’assessora alle politiche sociali Barbara Funari hanno spiegato che la coop di Maria Thérèse Mukamitsindo e di Liliane Murekatete ha iniziato ad avere rapporti con il Campidoglio nel 2013.
Ovvero nell’anno del passaggio di consegne tra Gianni Alemanno e Ignazio Marino. Con la coop il Campidoglio aveva un impegno di spesa pari a 4 milioni e 679 mila euro. Ma ne sono stati pagati soltanto 3. Anche le ultime fatture, da 49 mila e 12 mila euro, non sono state regolate. Perché la coop non aveva il Durc in regola, ovvero il Documento Unico di Regolarità Contributiva. Si tratta dell’attestazione della regolarità dei pagamenti all’Inps, all’Inail e alla Cassa Edile. Dal 2009 è obbligatorio per le ditte che lavorano in regime di appalto o subappalto.