AgenPress. “Da genitore di un ragazzo disabile al 100%, ho letto con attenzione il rapporto ‘Verso pari diritti per le persone con disabilità’ del Parlamento Europeo e mi chiedo perché tutte le istituzioni Ue non abbiano mai rivolto piena attenzione alle effettive problematiche che quotidianamente affrontano le persone con disabilità, le loro famiglie e chi si prende amorevolmente cura di loro.
Sono ancora troppo ignorate le emarginazioni specialmente sul lavoro, le discriminazioni, le insormontabili difficoltà burocratiche, le differenze nei trattamenti sanitari e nei sostegni economici all’interno dei Paesi membri, quando proprio dal pieno rispetto e attenzione verso i disabili si misura il reale livello di civiltà di una comunità organizzata e democratica.
Da europarlamentare, non posso che constatare che il Rapporto che stiamo discutendo associa, oltre alle persone con disabilità, anche categorie di cittadini che necessitano di altre tutele, che nessuno nega, ma certamente non assimilabili, paragonabili e sovrapponibili a quelle proprie dei disabili. Perché i disabili non possono essere oggetto di uno specifico e autonomo rapporto? Perché inserire anche altre categorie nulla hanno a che vedere con il mondo e le esigenze di chi è disabile? Stiamo parlando di 87 milioni di cittadini europei di cui 24 milioni con disabilità grave per non contare i minori. Non sono forse sufficienti per non inserire altre categorie da tutelare?”.
Così Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.