Lettera di AssoGOT al ministro Carlo Nordio

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AgenPress. Illustrissimo Signor Ministro, esprimiamo anzitutto sincere congratulazioni per la Sua nomina a Guardasigilli, certi che Ella saprà affrontare le criticità della Giustizia non solo con competenza, ma con rigore e concretezza.

Auspichiamo, inoltre, che i magistrati onorari non vengano più considerati un problema o una “anomalia” del sistema: le anomalie producono effetti nocivi, mentre le statistiche del nostro lavoro dimostrano che siamo una risorsa importante, lungamente sperimentata sul piano operativo e inserita a pieno titolo nel delicato e complesso apparato giudiziario.

Un Governo leale e pragmatico, non piegato ad interessi di parte, non dovrebbe procrastinare neanche per un solo giorno il nostro mortificante status, ripetutamente condannato dalle Corti e dalle istituzioni europee, ma dovrebbe finalmente riconoscerci un trattamento giuridico ed economico corretto, nonché   sanare, con compensazioni adeguate, le ingiustizie e le violazioni del passato.

Lei ha sempre espresso parole di apprezzamento per l’attività che svolgiamo e di censura per il modo in cui lo Stato ci tratta; il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, il Sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, il sottosegretario Andrea Ostellari e numerosi esponenti dell’attuale maggioranza hanno assunto reiteratamente, nelle piazze, nei socials e nelle sedi istituzionali più solenni il preciso impegno di procedere ad una vera stabilizzazione, con il  riconoscimento della retribuzione e delle tutele dei magistrati di ruolo.

Confidiamo in una coerente trasposizione di queste promesse e nella volontà del Governo di procedere, nel pieno rispetto delle indicazioni dell’Unione Europea e dei valori costituzionali, ad una riforma da attuarsi al più presto, secondo il modello già sperimentato per i vice pretori onorari con la L. n. 217/1974 e ss., con modalità che hanno già superato il vaglio della Consulta e prevedendo un regime alternativo altrettanto degno e decoroso per quanti intendano proseguire anche nella libera professione.

Ciò posto, rappresentiamo che la nostra categoria versa oggi in condizioni  insostenibili e necessita di misure immediate per alleviare il disagio di quanti, privi di tutele e abbandonati dai precedenti governi, hanno pagato un prezzo altissimo per l’emergenza pandemica e si vedono ora esposti ad una crisi economica ed inflattiva senza precedenti, che ne divora voracemente compensi irrisori che, lo si ricorda, sono lordi ed omnicomprensivi.

Spinti da questa urgenza, Le indichiamo alcune iniziative di possibile immediata attuazione che rappresenterebbero un tangibile segnale di discontinuità ed attenzione:

  • promuovere, con decreto d’urgenza, un nuovo reclutamento dei colleghi che sebbene prorogati fino al 31.05.2024, nei giorni scorsi sono stati destinatari di frettolose delibere consiliari di cessazione dal servizio, basate su una disposizione da noi già denunciata come estorsiva e liberticida, prima ancora che illegittima (L. 234/2021, comma 629, n. 5), oggetto di impugnazione davanti alla CEDU perchè impone la rinuncia a diritti indisponibili come conditio sine qua non per la prosecuzione del rapporto; il decreto in parola, del resto, sarebbe ampiamente giustificato dall’allarme sulle carenze di organico lanciato a più riprese anche dal Vice Presidente del CSM, in relazione agli impegni del PNRR in scadenza;
  • emettere, di concerto con il MEF, il decreto ministeriale ex art. 4, comma 3, D.Lgs. 28 luglio 1989, n. 273 per adeguare dopo oltre venti anni, e con effetto retroattivo, i compensi a cottimo dei magistrati onorari al costo della vita, in continua e drammatica ascesa. Converrà come sia scandaloso che a fronte di “indennità” invariate dal 2000 (bizzarramente sottoposte a tassazione quali redditi lavorativi) nessun Guardasigilli abbia assunto tale doverosa e agile determinazione, che non prevede alcun passaggio parlamentare, preferendo negarne i presupposti con circolari dal retrogusto kafkiano (cfr. nota del Dir. gen. in data 30.10.2018 in risposta a rif. Prot. DOG n.218404.U e DAG n. 210028.E del 23.10.2018);
  • porre fine alla consuetudine di resistere sistematicamente e “a prescindere” in tutti –tutti– i giudizi che contrappongono il Ministero ai magistrati onorari, all’evidente scopo di fiaccarne gli animi, scoraggiando la proposizione di ulteriori azioni. Crediamo non sia corretto reiterare acriticamente vetuste prospettazioni difensive, come quella del cd. “funzionario onorario“, che pronunce unanimi del CEDS e della CGUE hanno da tempo radicalmente e seccamente respinto. Del resto anche i giudici del lavoro italiani avevano iniziato a rigettare nel merito le tesi dell’Avvocatura, constatando, in ogni rapporto esaminato, prestazioni e attività incompatibili con un supposto e nobile “volontariato”; ciò fino a quando non è stata proditoriamente sostenuta dal Ministero la competenza del TAR (ordinanza SSUU n. 21986/2021), il quale a sua volta si dichiarava incompetente (Tar Lazio, 1.09.2021 n. 9484) dando vita ad un conflitto di giurisdizione che inevitabilmente sortiva l’ effetto di far arenare i giudizi risarcitori pendenti;
  • attuare misure immediate per una gradazione delle sanzioni disciplinari e per consentire ai magistrati onorari il trasferimento in caso di esigenze personali o familiari, in linea con la proposta presentata nella scorsa legislatura dal Senatore Balboni (DDL n. 1582/2019, art. 1, n. 5), proposta che non richiede alcun impegno di spesa. Non è accettabile, né dignitoso, tenere avvinti GOT e VPO al tribunale in cui lustri o decenni addietro presentarono domanda, come se fossero pertinenze dell’Ufficio e non persone o lavoratori. In proposito valga osservare che lo stesso CSM (delibera 15.11.2017, pratica 34/VA/2017) aveva rilevato che “l’assenza di qualsiasi opportunità di mobilità, anche in presenza di gravi ragioni di salute o famiglia, appare condizione eccessivamente rigida e poco conforme ai principi costituzionali di ragionevolezza e tutela della salute e della famiglia”.

Signor Ministro, appena qualche mese fa, intervistato sui temi della Giustizia, Lei raccontava di avere un sogno: “dare dignità ai giudici onorari che tengono in piedi la giustizia civile e in parte pure quella penale” ricordando che “con sciatteria davvero inaccettabile” gli stessi ”oggi sono pagati a cottimo e non hanno neppure un trattamento previdenziale”.

Grazie all’altissimo ufficio cui è stato chiamato, Le si offre ora l’occasione, forse inattesa, di rendere giustizia  ai magistrati onorari che da anni lavorano al servizio della Giustizia, trasformando quel sogno in realtà. Siamo certi che vorrà coerentemente coglierla.

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