DOMANI IL TAR DELLA LOMBARDIA DECIDERÀ SE BLOCCARE GLI AUMENTI DELLE TARIFFE DI LUCE E GAS
AgenPress. Domani 9 novembre il Tar della Lombardia (Sez. I Presidente Mameli, Relatore Perilli) sarà chiamato a decidere se sospendere gli aumenti delle tariffe di luce e gas scattati in Italia a partire da gennaio 2022. I giudici amministrativi si pronunceranno infatti sul ricorso promosso dal Codacons che, come noto, ha impugnato le delibere di Arera che hanno disposto gli incrementi trimestrali delle tariffe di energia elettrica e gas a partire dall’1 gennaio 2022.
Nello specifico, il ricorso del Codacons contesta una serie di violazioni che avrebbero portato l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas ad autorizzare incrementi delle tariffe fortemente penalizzanti per le famiglie del mercato tutelato, senza tenere conto delle speculazioni registrate sui mercati dell’energia: eccesso di potere per irragionevolezza, contraddittorietà, illogicità manifesta nella determinazione dell’aggiornamento delle componenti della tariffa base, la violazione dei principi di proporzionalità e trasparenza, il difetto di istruttoria e l’eccesso di potere sotto i profili di travisamento e difetto dei presupposti. L’associazione solleva poi la possibile falsa applicazione della legge di conversione del decreto-legge 17/21 e della legge 481/95 che attribuiscono all’autorità il compito, nell’esercizio dei propri poteri di regolazione dei corrispettivi dei servizi, di tenere conto, oltre che “dell’andamento del mercato”, anche “del reale costo di approvvigionamento della materia prima”.
Nella sua memoria difensiva, tuttavia, Arera rileva come sia “insussistente il ritenuto danno grave ed irreparabile, posto che, al riguardo, parte ricorrente si duole di un pregiudizio economico della cui gravità e irreparabilità non fornisce in realtà alcuna effettiva prova. Anzi, dalla sospensione dei provvedimenti impugnati, parte ricorrente ricevere un danno maggiore, derivante dalla mancata applicazione delle condizioni economiche di tutela, con l’effetto soltanto di procrastinare nel tempo l’applicazione dei rincari del costo dell’energia”.