AgenPress – Sostenuta da profitti record, l’industria petrolifera sta sviluppando 24.166 km di nuovi oleodotti, sufficienti per estendersi per quasi due terzi intorno alla Terra, di cui 10.351 km sono già in costruzione, secondo i nuovi dati del Global Energy Monitor (GEM).
La costruzione dell’oleodotto è drammaticamente in contrasto con gli sforzi per limitare il riscaldamento globale a 1,5 ºC o 2,0 ºC e rappresenta un rischio di asset incagliati fino a 75,4 miliardi di dollari per gli sviluppatori di progetti, stima GEM, mentre il mondo passa sempre più dal petrolio e dal gas alle rinnovabili.
Circa il 40% dei nuovi oleodotti è già in costruzione. Ciò si traduce in 10mila chilometri e in un investimento di 75 miliardi di dollari, che, secondo il Gem, potrebbero andare in fumo, se i lavori fossero interrotti a causa delle norme per contenere il riscaldamento globale. A maggio 2021 infatti l’Agenzia internazionale per l’energia aveva definito i nuovi giacimenti di petrolio e gas incompatibili con i limiti per le emissioni fissati dagli Accordi di Parigi del 2015. La maggioranza dei progetti è a guida di Usa, Russia, Cina e India.
Gli Stati Uniti sono alla ricerca della capacità di gasdotto più nuova per lunghezza in fase di sviluppo. Gli Stati Uniti hanno 2.829 km in fase di sviluppo per un costo stimato di 7,9 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali si trova nel bacino del Permiano.
A pari merito con gli Stati Uniti c’è l’India con 2.824 km di nuovi oleodotti in fase di sviluppo, per un costo stimato di 4 miliardi di dollari. Il terzo sviluppatore più grande è la Cina 2.533 km con un costo stimato di 4,2 miliardi di dollari.
La Russia, per superare il boicottaggio di petrolio e gas da parte degli occidentali, sta costruendo impianti per 2mila chilometri attraverso il Mare del Nord, in particolare verso Cina e India. Tra i piani principali quello per l’oleodotto Vostok da 1.600 km e per il Caspio, che collegherà la Russia al Kazakistan.
I dati di GEM rilevano che diversi paesi europei hanno ancora investito in progetti petroliferi russi, nonostante questi boicottaggi: la proposta di 1.600 km dell’oleodotto Vostok conta tra i suoi proprietari l’olandese MME e la società commerciale svizzera Vitol, e gli azionisti dell’oleodotto Caspian includono filiali di società con sede negli Stati Uniti ExxonMobil e Shell, BP e BG Overseas Holdings Ltd con sede nel Regno Unito ed Eni SpA con sede in Italia.
A livello regionale, l’Africa subsahariana guida il mondo nello sviluppo pianificato, con 1.950 km di oleodotti in costruzione e altri 4.540 km proposti.
La scarsa divulgazione della capacità in barili al giorno (bpd) sta ostacolando i tentativi di misurare l’impatto ambientale dei nuovi oleodotti. Per gli oleodotti per i quali GEM ha dati sulla capacità, il 66% del totale nel suo database, gli oleodotti in costruzione aggiungerebbero circa 8,3 milioni di barili al giorno (bpd) di capacità di trasporto di petrolio greggio e i progetti in fase di pre-costruzione aggiungerebbero un ulteriore 21,8 milioni di barili al giorno. Insieme, queste capacità aggiuntive genererebbero 4,61 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.