AgenPress – II popolo ucraino protagonista del premio Sakharov, il massimo riconoscimento dell’Unione Europea nel campo dei diritti umani che viene conferito ogni anno dal Parlamento Europeo le cui candidature sono state depositate oggi all’apposita commissione dell’Eurocamera. Il gruppo dei Socialisti e Democratici ha infatti raggiunto un accordo con Renew Europe per la candidatura congiunta del ‘popolo ucraino’ alla prestigiosa riconoscenza che verrà assegnata durante la sessione plenaria di dicembre.
Convergenza a destra invece tra Ppe e Ecr, il gruppo in cui militano gli eurodeputati di Fratelli d’Italia, che scelgono il presidente ucraino Volodymyr Zelensky’, in aggiunta al popolo del suo Paese, nella scheda presentata dal Ppe.
Popolari (Ppe), liberali (Renew) e conservatori (Ecr) propongono il presidente dell’Ucraina, Zelenskyy. Una nomina, si spiega nella nota di accompagnamento dell’Ecr, per “onorare tutti i coraggiosi ucraini che hanno resistito all’aggressione russa e stanno difendendo i nostri valori europei comuni contro la dittatura e l’oppressione”. Mentre Ppe e Renew si spingono un po’ più in là, dichiarando apertamente di voler dedicare il premio a Zelensky e “al popolo ucraino”.
I socialdemocratici (S&D) scelgono invece il popolo ucraino e non Zelenskyy, proponendo il Servizio statale dell’Ucraina per le emergenze e il movimento di resistenza partigiana Nastro giallo. “Questi rappresentanti della società civile e delle istituzioni forniscono assistenza di emergenza alle persone colpite dalla guerra e difendono i diritti umani, lo stato ucraino e la democrazia”, spiega il gruppo.
Il premio dedicato allo scienziato e dissidente sovietico Andrej Dmitrievic Sacharov dunque torna alle origini e continua a guardare a Est. Nell’edizione passata infatti l’Eurocamera assegnò il premio al dissidente russo in prigione, Aleksey Navalny, ospitando il discorso emozionato della figlia Dasha Navalnaya che davanti all’aula auspicò un futuro nell’Ue per la Russia, provocando non poche smorfie tra gli eurodeputati dei Paesi dell’Est. Quest’anno invece il premio potrebbe andare ad un altro protagonista della lotta al regime putiniano, Zelensky appunto, che dall’inizio del conflitto non ha mai lasciato il Paese ma che potrebbe fare un’eccezione, se il conflitto lo permetterà, per ritirare il premio.