AgenPress. Di comunità energetiche se ne parla da oltre 2 anni, con campagne massive anche elettorali, come se fossero la soluzione ad ogni problema e l’uovo di Colombo per la crisi energetica. Peccato tuttavia che su tale tema il Governo non abbia ancora emanato i relativi decreti attuativi previsti dal D.lgs. n.199/2021. Lo afferma oggi Consumerismo No profit, che denuncia il totale immobilismo del Governo e le difficoltà imposte dall’attuale burocrazia.
Oggi le comunità energetiche sono 100 in Italia. Di queste 35 sono effettivamente attive e 41 in progetto; le altre stanno muovendo i primi passi. Delle 35 attive gran parte non percepisce alcun incentivo per la produzione non autoconsumata e non stoccata perché, per l’appunto, mancano gli strumenti attuativi. In Europa lo scenario è decisamente più avanzato: secondo gli ultimi dati aggiornati della Commissione Europea sono circa 7mila, con la Germania capofila. Quando dovrebbe essere emanato il decreto per fare entrare pienamente in funzione quelle italiane? Nei corridoi ministeriali di dice “forse” entro Dicembre 2022. Ma è più probabile da gennaio 2023 “in poi”.
Anche nel caso in cui si riuscisse ad arrivare alla pubblicazione dei Decreti attuativi, non ci sarebbe la capacità del GSE di gestire i flussi che arriverebbero al sistema.
Il problema più grave di tutti, però, è quello delle Sovraintendenze – denuncia Consumerismo – Sul tema delle rinnovabili alcune sono talmente fuori contesto da aver chiesto agli utenti di spostare i pannelli fotovoltaici in direzione nord, pena la mancata concessione delle autorizzazioni.
“Ancora una volta oltre alla crisi, alla guerra, alla mancanza di materie prime, a vincere su tutto sarà la Burocrazia – afferma il presidente Luigi Gabriele – Ci chiediamo come sia possibile che le Sovraintendenze risultino ad oggi così determinanti per il sistema Paese, mentre dovrebbero avere solo un compito di consulenza tecnica attraverso pareri non vincolanti”.