AgenPress – “E’ un’emozione in credibile, lasciatemi dire che dopo tre anni di Covid e preoccupazioni, vedere voi e decine di migliaia di persone mi riempie il cuore e non c’è processo che mi possa e ci possa fermare”.
Così il leader della Lega, Matteo Salvini, dal palco del raduno leghista di Pontida
“Per smentire tutte le chiacchiere, le invidie, le gelosie e le parole al vento, perché rimanga scritto l’impegno a prendere per mano questo Paese. Scripta manent. Ministri e governatori sottoscrivono i 6 impegni su cui ci mettiamo la firma”. Ha aggiunto lanciando i sei punti su cui la Lega si è impegnata in vista di un eventuale futuro governo del c.destra. Ha fatto firmare i 6 punti ai ministri e governatori sul palco di Pontida. Quindi ha citato gli impegni: stop al caro bollette, riforma dell’autonomia, flat tax e pace fiscale, Quota 41 per le pensioni, il ripristino dei decreti Sicurezza, una giustizia giusta.
Intervenire contro il caro bollette “non è capriccio della Lega, ma un sacrosanto dovere del governo in carica e l’Europa, se c’è, batta un colpo”.
“Ora in tv c’è un Letta nervoso perché sta vedendo 100 mila persone, gli mandiamo un salutone e un bacione. Enrico un panino con la salamella c’è anche per te”.
“Pontida è la migliore risposta per chi, da tempo, spera in una Lega debole o divisa – evidenzia -. La Lega ha grandi possibilità di vincere le elezioni con il centrodestra. Pontida sarà un momento di grande entusiasmo, visto che a causa del Covid è stato impossibile organizzare il raduno nel 2020 e nel 2021. Ci saranno sorprese e proposte concrete, a partire dal caro-bollette”. Secondo il leader del Carroccio “servono soldi veri alle imprese e alle famiglie adesso. Non bastano crediti d’imposta: ci vuole lo scostamento di bilancio. Servono almeno 30 miliardi oggi, per non spenderne almeno tre volte tanto domani tra cassa integrazione, disoccupazione e impoverimento del Paese”. È convinto che sullo scostamento di bilancio troverà un accordo anche con Meloni. “Non mi interessano le formule, ma le soluzioni. Con il solo strumento del credito d’imposta si condanna alla desertificazione il tessuto industriale del Paese. Senza una iniezione importante di liquidità l’economia reale si fermerà: allora sì che dovremo temere speculatori e avventurieri”.