AgenPress – Il 17 febbraio del 1992 il magistrato Antonio Di Pietro ottenne l’ordine di cattura per Mario Chiesa, direttore del Pio Albergo Trivulzio (casa di cura pubblica della città di Milano destinata agli anziani meno abbienti), che quello stesso giorno fu colto in flagranza di reato mentre intascava una tangente per pilotare gli appalti della struttura. In questa vicenda, e nel successivo allargamento delle indagini, viene individuato l’inizio di una serie di inchieste giudiziarie sulla corruzione del sistema politico e istituzionale, condotte in Italia nella prima metà degli anni Novanta, che presero il nome giornalistico di Mani pulite o Tangentopoli.
Coordinata dalla Procura guidata da Francesco Saverio Borrelli e dall’aggiunto Gerardo D’Ambrosio e assegnata in prima battuta ai pm Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, l’indagine mise sottosopra l’intero Paese e ridisegnò la geografia politica italiana.
Quella lunga stagione di inchieste, arresti e processi arrivò a toccare personaggi al vertice dei partiti e dell’imprenditoria italiana, portando ad una vera e propria crisi del sistema politico ed economico e a quello che viene considerato, da storici e politologi, il crollo della cosiddetta ‘prima repubblica’, ovvero il sistema sociale, politico ed economico sorto dalle ceneri del secondo conflitto mondiale e durato per quasi cinquant’anni. Di fatto furono travolte e scomparvero le formazioni della coalizione di governo del ‘Pentapartito’ (Dc,Psi,Pri,Pli e Psdi) e le indagini colpirono solo parzialmente anche il Pds appena nato dal disciolto Partito comunista italiano.
Le inchieste di Mani Pulite accelerarono un cambio all’interno della classe dirigente italiana ma non mancarono le pagine più nere e controverse come quella dei suicidi (oltre 40) di persone coinvolte nelle indagini e spesso colpite da carcere preventivo prima del processo. Tra gli altri, si toglieranno la vita l’ex presidente Eni Gabriele Cagliari e il presidente Montedison Raul Gardini. In cifre l’inchiesta Mani pulite vide oltre 25mila avvisi di garanzia, 4.525 arresti, 1.300 condanne e patteggiamenti e 430 assoluzioni.