Per quasi due anni, Hong Kong ha fatto affidamento su una combinazione di rigorose quarantene e sofisticati sforzi di tracciabilità per isolare i casi positivi, mantenendo la città relativamente libera da virus, anche se il resto del mondo ha iniziato ad allentare le restrizioni.
Ma quelle misure non sembrano più sufficienti di fronte all’ultima ondata di Omicron, che i funzionari hanno descritto come uno “tsunami”.
L’insistenza di Hong Kong nell’inviare tutti i casi positivi in ospedale, indipendentemente dalla gravità, ha portato almeno un ospedale a essere così sopraffatto da essere costretto a spostare i pazienti sulle barelle all’esterno, allineandoli nel parcheggio.
Nel frattempo, una serie di restrizioni inasprite e blocchi mirati hanno portato molti esperti e residenti a mettere in discussione la sostenibilità di un tale approccio mentre la città entra nel terzo anno della pandemia.
Xi Jinping ha invitato direttamente i funzionari di Hong Kong a prendere “tutte le misure necessarie”, secondo i commenti pubblicati sulle prime pagine di due giornali statali cinesi.
L’intervento di Xi ha sollevato il timore che presto possano seguire ulteriori restrizioni simili a quelle viste nella Cina continentale, incluso un possibile blocco a livello cittadino.
Finora, il governo locale ha fermamente escluso una tale mossa, suggerendo che non sarebbe pratico confinare più di 7 milioni di persone nelle loro case.
Con i numeri in aumento, le autorità hanno reimpostato una serie di restrizioni familiari: chiusura di tutte le scuole; casseforme di bar, palestre, saloni e numerosi spazi pubblici; sospendere la cena al ristorante dopo le 18:00, limitare le riunioni pubbliche; raddoppiare un mandato di mascheramento in tutta la città; e vietando a più di due famiglie di mescolarsi in privato.