Agenpress – “Dispiace che a qualche metro di distanza da qui ci sia qualcuno pronto a fare polemica: il bene dei bambini dovrebbe unire tutti. La politica non dovrebbe dividersi su questo”. Cos’ Matteo Salvini, intervenendo in piazza a Bibbiano, s’è rivolto alle sardine che tra qualche minuto manifesteranno in un’altra piazza poco lontano.
“Ci sono oltre 26mila bimbi lontani, spesso per motivi giustificati. Ma se ce ne fosse solo uno lontano da mamma e papà senza motivo allora è dovere di un popolo civile riportarlo a casa”.
“Dobbiamo rivedere la legge sull’affido condiviso: mamma e papà possono litigare ma i bambini devono rimanere con le famiglie”, ha aggiunto. “Massimo rispetto per quelle case famiglie che aiutano sul serio i bambini, massimo disprezzo per quelle strutture che sui bambini hanno fatto i soldi. Viva Bibbiano e sappiate che sono pronto a dare la vita per riportare a casa questi bambini. Giù le mani dai bambini”.
Salvini ha poi presentato Paola Pellinghelli, la madre di Tommy, (Tommaso Onofri), il bimbo fu rapito e ucciso nel 2006.
“Oggi a Bibbiano il microfono non sarà in mano alla politica ma alle mamme e ai papà. E ci sarà anche, mi ha mandato un Whatsapp per dirmelo, la mamma del piccolo Tommy, il bambino di 18 mesi rapito e ucciso da tre bestie e una di quelle bestie è già in permesso premio. Chi fa del male ai bambini deve marcire in galera”.
Antonella Conserva, 47 anni, oggi in permesso premio dopo 14 anni di carcere, fece parte del piano messo in atto dal compagno Mario Alessi, condannato all’ergastolo per l’omicidio del bambino, e da Salvatore Raimondi, 20 anni per sequestro di persona. ll terzetto voleva ottenere un riscatto di 5 milioni di euro. Da 14 anni Conserva sta scontando la pena presso il penitenziario di Bollate dopo esser stata trasferita dal carcere di Verona. In questi giorni la donna è fuori per un permesso premio. L’ira della mamma: “La vita di mio figlio non vale niente”. Sul palco il racconto di una delle mamme di Bibbiano. .
“Anni fa persi il mio compagno, ucciso per futili motivi. Poi, dopo anni, dichiararono mia figlia adottabile, da affidare ai servizi sociali della Val D’Enza. Quando me lo dissero quasi caddi per terra: pensavo a un errore, ma non c’era nessun errore”. “Un Paese deve essere unito su questi temi. Mio padre non resse in seguito a quella storia: dopo un mese e mezzo morì. Era uno degli ultimi partigiani della Val D’Enza”, aggiunge. “Ho giurato che sin che avrò vita lotterò per cambiare le cose. Noi – conclude – ci siamo sentiti protetti solo da Matteo Salvini, quando era ministro. Solo allora sentimmo lo Stato vicino”.