AgenPress – L’Università di Barcellona, attraverso il Science Park, ha appaltato i servizi del laboratorio Vivotecnia attraverso una gara pubblica del valore di 255.648,8 euro, IVA inclusa, per testare un farmaco su 38 cuccioli di Beagle per 28 giorni.
La sua esecuzione è programmata a meno che non possiamo fermarlo insieme e rispettare la Legge.
Perché i Beagle sono usati nella sperimentazione? Li considerano gestibili, docili e non mordono mai. Sono ottimi compagni di vita e approfittano della tua gentilezza. Al momento sono sottoposti all’ingestione di singole dosi di un farmaco per 28 giorni, rinchiusi in gabbie, ammalandosi ogni giorno di più.
Oltre a firmare questa petizione, puoi scrivere un’e-mail a
con il seguente messaggio:
“Vi chiediamo di liberare i Beagle come previsto dall’articolo 30 del RD 53/2013, del 1 febbraio 2010/63/UE, che stabilisce che al termine della sperimentazione si rilassi e dia i cani in adozione”
Sono già oltre 1,2 milioni le firme raccolte.
Una richiesta appoggiata giorni fa anche dal ministero dei Diritti sociali.
“Questo sacrificio non è necessario ed è crudele”, ha twittato la ministra Ione Belarra. L’azienda intenzionata a realizzare l’esperimento, volto a sviluppare un farmaco per combattere la fibrosi epatica e finanziato da fondi nazionali, è ospite del Parco Scientifico di Barcellona, un centro di ricerca dell’Università di Barcellona.
Per esigenze tecniche, la fase di sperimentazione sugli animali non però verrà realizzata lì, bensì nei laboratori dell’azienda Vivotecnia, situata vicino a Madrid. Proprio questa azienda, ricorda la stampa iberica, era stata al centro di forti polemiche alcuni mesi fa, dopo che erano venute alla luce denunce di presunte pratiche di maltrattamento ai danni di animali al suo interno. Fatti per cui è stata aperta un’inchiesta giudiziaria.
Nel caso dei cuccioli beagle, l’Università di Barcellona ha spiegato in un comunicato che 6 dei 38 cani coinvolti nell’esperimento non saranno sacrificati, bensì dati in adozione una volta terminate le prove. Per gli altri, invece, il sacrificio sarà “necessario”, in quanto risulterà “imprescindibile” esaminare i loro tessuti dopo la morte.
“Attualmente non è noto un metodo alternativo all’utilizzo di questi animali in questo tipo di ricerca” spiega la nota, che aggiunge che Vivotecnia ha dimostrato di avere le autorizzazioni necessarie per la realizzazione dell’esperimento, prevista a marzo. “Saremo soddisfatti solo quando i cani saranno liberati”, ha affermato Cristina Espinach, la cittadina catalana che, insieme a un’altra persona, ha promosso la raccolta firme.