AgenPress – L’Ue “ha una strategia credibile per mitigare gli effetti peggiori di uno stop alle importazioni di gas dalla Russia nel 2023, subordinata però a rapidi aggiustamenti dell’equilibrio tra offerta e domanda” ed è quindi in grado di “resistere alla crisi del gas russo” anche “se non senza dolore”, afferma Fitch secondo cui il “processo di aggiustamento peserà sull’economia e sulle aziende dell’Eurozona in modo meno severo di alcune stime preliminari fatte sul mercato”. In uno scenario di flussi al 20% per il 2022 e di stop nel 2023, Fitch stima un effetto negativo sul Pil Ue dell’1,5-2%, del 3% sulla Germania e del 2,5% sull’Italia.
Fitch ritiene che il mercato europeo resterà comunque “ben bilanciato” sulla base “del pianificato aumento di forniture alternative, specialmente di quelle record di gas naturale liquefatto”, le cui importazioni saliranno a 120 miliardi di metri cubi nel 2022 e a 155 miliardi nel 2023, “e di una distruzione della domanda”, che si “comprimerà del 15% nel 2023 rispetto al 2021”.
“I livelli di incertezza sulle nostre previsioni – avverte Fitch – restano alti e dipendono principalmente dalla guerra in Ucraina, da una tempestiva consegna dei volumi di gnl e dagli sforzi coordinati della Ue per superare i colli di bottiglia infrastrutturali”. “I Paesi con più alto consumo di gas e una diversificazione attuale limitata, come la Germania, – spiega l’agenzia di rating – avranno poco margine di errore nel dare esecuzione alle forniture di importazione addizionali”.